martedì 29 gennaio 2013

Invasion U.S.A.



Un film di Joseph Zito

"E' tempo di morire" di noia.

Ebbene si, la pellicola in questione ci ha abbastanza appesantito, il che è singolare dato che stiamo parlando di un action movie le cui principali caratteristiche dovrebbero essere scoppiettante dinamicità e coinvolgimento, a maggior ragione se il protagonista è il famigerato Chuck "calcio rotante" Norris.

Un'orda di porci comunisti capeggiata dal malvagio Rostov, un membro del KGB, sbarca sulle coste della florida seminando terrore con l'intento di invadere gli Stati Uniti.
L'unica speranza per l'FBI di salvaguardare il paese risiede nella figura Di Matt Hunter (Norris), tenebroso bad boy errante a bordo di un'hovercraft con trascorsi nei servizi segreti, che adesso vive nella palude e se la spassa fra armadilli domestici e vecchi cacciatori di coccodrilli.

Il piano dell'invasato supercattivo è tanto semplice quanto brillante: attaccare a suon di mitra e Bazooka le case dei borghesi in un'atmosfera natalizia zuccherosamente patriottica, nel frattempo i suoi subordinati travestiti da poliziotti compieranno stragi fra le minoranze etniche per far scatenare rivolte sempre più aspre in tutto il paese.
Ci viene mostrato sin da subito che Rostov è ossessionato da Matt, col quale si era scontrato già in passato, e lo teme a tal punto da decidere di eliminarlo bombardando a colpi di bazooka la sua abitazione palustre, per poi andarsene senza neanche controllare che Hunter sia veramente morto (Ma quando impareranno!?).
A questo punto la pellicola, la cui sceneggiatura è stata scritta anche da Chuck Norris stesso, ci propina un'infinita serie di sequenze la cui dinamica è SEMPRE LA STESSA: inizialmente osserviamo scenari all'insegna della gioia e della purezza (vedi bambini nello scuolabus, allegre famigliole che preparano l'albero di natale etc.), dopodiché arrivano i cattivi che fanno esplodere qualcosa mettendo in mostra i loro bazooka, e conseguentemente Chuck compare alle loro spalle facendoli esplodere in qualche modo.

Perché dunque questa orgia di KABOOM ci ha annoiato cosi tanto?
Innanzitutto per i dialoghi, sappiamo benissimo che in film del genere non troveremo mai disquisizioni degne di Nietzsche, ma potevamo aspettarci un minimo di epicità nelle esternazioni dei protagonisti, che invece viaggiano sulle soglie del monocorde salvo rarissime eccezioni quali un "Ho sempre odiato questi simboli borghesi" detto da Rostov poco prima di far esplodere (manco a dirlo col bazooka) una villetta addobbata per le feste.
Per non parlare del becero patriottismo su cui si poggia l'intero film, e della ripetitività di una sceneggiatura che non sa proprio che pesci prendere, riducendo all'osso ogni possibilità di intreccio e risvolti inaspettati.
Infine le esplosioni: certo in una pellicola d'azione è normale che ce ne siano, ma non ci possono essere SOLO QUELLE! Infatti di scazzottate, inseguimenti e sparatorie solo l'ombra, tutto il resto è un susseguirsi di bombe, pacchi esplosivi, granate e bazooka.
Fondamentalmente non ci è piaciuto in quanto non appassionati del genere action di cui questo INVASION USA non è certamente tra i rappresentati più fulgidi, tuttavia se vi piacciono i film con tante esplosioni, poche chiacchiere e Chuck Norris, questo potrebbe diventare un vostro piccolo cult, se non altro per un paio (di numero) di scene di violenza gratuita che non potranno non galvanizzarvi.

Alla prossima, e che Dio vi benedica tutti.

Lo Zio Gelli e Nicodemus


martedì 4 dicembre 2012

Fuga da Alcatrash Presenta: Supposte Sonore - Al Bano, Canto alla gioia


Continua la rubrica nella rubrica, con un'altra cover di tutto rispetto.. Il Carrisone nazionale prende ispirazione da Ludovico Van per un pezzo incalzante e mai banale.. Il testo sprona Dio a migliorare il mondo così nero e a farci uscire da questo paradiso artificiale, ritrovando il cuore dei persi e mettendo i diversi in sintonia; si crede sia un testo dedicato alla figlia, o al barbone Marcus Millemiglia che abitava un tempo sotto la casa di Al Bano a Cellino San Marco. Commovente e corposo allo stesso tempo (cosa mai facile) il brano del "tenore de nuattri" è emozionante dall'inizio alla fine. Grazie Al Bano, grazie anche al Nostro Signore, alla Santa Maria, al bambinello e al Papa, che sicuramente avrà fatto arrivare il CD al Grande Capo.

Voto istituzionale : 4 pieno/10

indice di gradimento alcatrash : 7.8 /10


Sporky_Spart


lunedì 12 novembre 2012

7 per l'infinito contro i mostri spaziali


Un film di Al Adamson


Cari amici, dopo quasi cinque mesi d'assenza siamo tornati a ledere la vostra lucidità mentale con un trip schizoide firmato Al Adamson.
La descrizione sul retro del dvd recita cosi: «Un film che avrebbe fatto invidia a Ed Wood! [...] 7 per l'infinito contro i mostri spaziali è una girandola sconclusionata di situazioni alternante sequenze "rubate" dai serial UFO e KRONOS, immagini di repertorio e scene girate "buone alla prima" dal vero e unico re degli Z MOVIE: AL ADAMSON!»
Ci è piaciuto sottolineare questa cosa perché sintomo di onestà in controtendenza con gli abusatissimi e ingiustificati salamelecchi allegati a colossali porcherie al solo scopo di accalappiare il pubblico più ingenuo.

La pellicola comincia con la consueta musica pomposa da film Sci-Fi che fa da colonna sonora ad un desolante e fin troppo lungo fermo immagine di una galassia ( i riempitivi saranno una costante di questo prodotto ).
Dopodiché veniamo a sapere  che dei vampiri spaziali hanno invaso la terra con lo scopo di conquistare l'intero universo facendovi regnare il male più assoluto, proprio per questo aggrediranno ignari passanti agli angoli bui di quelle che sembrano zone industriali.
Un gruppo di intrepidi astronauti coadiuvati da un vecchio scienziato ( John Carradine ) parte alla volta di Astrogeos, il pianeta madre dei succhiasangue, con lo scopo di debellare la minaccia.

Il viaggio intergalattico a bordo dell'astronave ci regala una fantastica accozzaglia di riprese e raccordi insulsi che danno l'idea della grande incompetenza nonché del disagio psichico di regista e montatore, infatti assistiamo ad una raffica di primi piani sconnessi che isolano i numerosi personaggi mettendo confusione nello spettatore che fa fatica a capire chi sta parlando con chi.
Giunti nei pressi del pianeta i nostri eroi verranno messi al corrente del fatto che su Astrogeos le condizioni atmosferiche sono identiche a quelle della terra, una scusa blanda per fare a meno di tute spaziali e armi futuristiche.
L'intera ciurma sbarcherà sul territorio alieno ad eccezione dello scienziato, che pur senza competenze di navigazione spaziale, orbiterà intorno ad Astrogeos ingaggiando una battaglia cosmica per tutta la durata del film schiacciando solamente un pulsante rosso.
Contro chi combatte? Perché?
A quanto pare Al Adamson non ha ritenuto necessario svelare questi piccoli particolari.
L'unica cosa certa è che ad intervalli regolari, e per una durata di circa 15 minuti totali, saremo posti di fronte sempre ai soliti 4/5 spezzoni di repertorio a base di astronavine e fuochi d'artificio che non riusciranno a scalfire la poderosa navicella ( una trottola ).
In tutto ciò il vecchio darà sfogo alle sue ansie e preoccupazioni con frasi del calibro di "Ah.. siete peggio delle cavallette!!".

Ma torniamo agli eroi di questa sconclusionata vicenda: una volta atterrati, i nostri incapperanno in un mondo preistorico popolato da dinosauri, ma la cosa non sembra scalfirli minimamente, nemmeno quando ai rettiloni si affiancheranno cavernicoli, imbarazzanti uomini aragosta e villosi uomini pipistrello.
E i vampiri di cui il pianeta doveva essere abitato?
Non preoccupatevi, ci sono anche loro in una versione primitiva conosciuta col nome di Tobaton.
Inoltre abbiamo un super nemico, la cui identità non ci è ben chiara, che si diverte ad alterare il cromatismo atmosferico a suo piacimento per terrorizzare i Siridan, la tribù pacifica di cavernicoli schiavi dei Tobaton.
I maggiori danni causati da questa alterazione li subisce lo spettatore, che è costretto a sorbirsi un film già di per se insulso, brutto e noioso, ed in più con un filtro all'immagine ora verde, ora arancione, ora rosso.
Tali scelte fanno di questa pellicola uno psichedelico e fastidiosissimo caleidoscopio weird.
In tutto questo turbinio di emozioni il regista ( criminale ) non poteva farsi mancare la storia d'amore, infatti la bella cavernicola Malian si innamorerà di uno degli astronauti e avrà anche il coraggio di abbandonarsi a scenate di gelosia, questo considerando che si sono conosciuti venti minuti prima.
Ma come dare una degna conclusione ad un cosi articolato intreccio di personaggi ed eventi?
Molto semplice, basta far risalire gli astronauti sul loro mezzo e far esplodere il pianeta e tutti i suoi abitanti senza distinzione, e come dice lo scenziato nella memorabile frase di chiusura "Ah, è molto triste vedere un mondo che muore".

Un film assurdo, insensato e estremamente pesante, ma che regala senza dubbio perle trash di altissimo valore.
Lo consigliamo però solo a spettatori abbastanza scafati e abituati ad assurdità del genere, tale è il livello di fastidio causato da quei maledetti filtri monocromatici e dalle ripetizioni estenuanti di scene già viste.

Insomma, dopo esserci fatti cosi tanto attendere speriamo che questa cattedrale trash possa soddisfare i vostri perversi palati.

Alla luce di tutto ciò vi starete chiedendo cosa stia a indicare il titolo "7 per l'infinito contro i mostri spaziali".
Ce lo stiamo chiedendo anche noi.

Saluti Positive(i) monocromatici amici!

Lo Zio Gelli e Nicodemus


lunedì 6 agosto 2012

Box Office 3D




Un film di Ezio Greggio

E’ lui o non è lui? Ma ceeeeerto che è lui! 
L'Ezione nazionale è tornato a dirigere un film dopo 12 anni. Ne sentivamo la mancanza? Direi di no. E dopo 12 anni di Striscia, che cosa avrebbe potuto metterci in questo film, se non le solite battutine da massaia drogata di Canale 5?

Ma andiamo con ordine: questo è un film che nasce per essere il primo film italiano in 3D. E già questo dovrebbe darci la misura di quali siano le condizioni pietose in cui versa il nostro amato cinema. Un film girato in Bulgaria per contenere i costi, che comunque ammontano a circa 5 milioni di eurI, per un incasso, anche troppo generoso di 2 milioni e 800 mila eurI.
C’è da dire che qualcosa di buono in questo film ci sarebbe anche: visivamente è piacevole, ci sono buone scenografie, una discreta fotografia e anche i costumi non sono malaccio. L’idea poi di fare un film parodia a episodi con un minimo di qualità e scegliendo film che hanno avuto grandissimo successo (Il codice da Vinci, Twilight, Il gladiatore, Avatar, Harry Potter, Il signore degli anelli e chi più ne ha più ne metta) avrebbe potuto anche essere vincente. E ne sarebbe anche uscito un film con la prospettiva di essere venduto all’estero, se non fosse che il livello delle battute e degli sketch è talmente basso da far rimpiangere il bagaglino. Un esempio: “Ave o Cesara!” rivolto alla Buonamici. Battuta che non fa ridere in Italia, figuriamoci all’estero, dove la buona vecchia e cara Cesarona dall’occhio ballerino non la conosce nessuno. Un altro esempio, perché forse questo non è abbastanza: Militello (sì, proprio lui, quello di “Striscia lo striscione”!) che durante la partita di Quidditch (o come cazzo si scrive) si chiede come mai allo stadio non ci siano striscioni! E poi battutine in stile Striscia e la cazzata per cui tutti ululano quando viene nominato il Louvre (AUUUUUHHH! Mah…).

Vogliamo parlare del cast? Parliamo del cast! Greggio, e va bene. Militello, e NON va bene. Ma poi la solita schiera di comprimari di quart’ordine: Maurizio Mattioli, che ha raggiunto l’apice della carriera grattandosi il culo sullo specchietto di una Fiat Tipo in “Fratelli d’Italia”, Enzo Salvi, che nemmeno merita commenti, Anna Falchi, che stavolta non ci da neppure la gioia di mostrarci le tette (ah, bei tempi quelli di “Dellamorte Dellamore”!), Biagio Izzo, che rende napoletano e antipatico anche Zorro (in uno sketch che definire ridicolo sarebbe un voto di stima) e c’è perfino Gianni Fantoni, riesumato non si sa da dove! Ebbene sì, in questo film mancava solo Martufello!

Mi viene da chiedermi una cosa, a proposito del cast: ma Gigi Proietti, che ritengo un buon attore e una persona intelligente, ha proprio bisogno dei soldi di queste stronzate e dei film vanziniani per campare? E a questo proposito mi sposto anche sul fronte sceneggiatura: possibile che Brizzi e Martani, quando lavorano soli, producano commedie in stile anglosassone con una certa qualità e quando vengono chiamati a collaborare in queste pagliacciate e nei cinepanettoni non riescano mai a metterci qualcosa di decente? O forse semplicemente non ne hanno voglia perché sanno che non vale la pena di sforzarsi troppo?
Per la cronaca: il “primo film italiano in 3D” non è stato mai proiettato in 3D a causa di un errore tecnico in fase di ripresa. Quindi i soldi spesi in questo senso sono stati bruciati, le scene create ad arte per dare un senso alla terza dimensione sono inutili oltre che invedibili e anche il titolo è una presa per il culo.
Insomma, l’unica speranza è che Ezio Greggio aspetti almeno altri 12 anni prima di farsi venire la malsana idea di dirigere un altro film. A quel punto avrebbe settant’anni e chissà che l’esperienza non gli porti consiglio. E il consiglio più giusto sarebbe: non farlo!

Big Pappa.

giovedì 7 giugno 2012

Chicken Park



Un film di Jerry Calà


Chicchirichì pennutissimi amici!!

Eccoci, è giunto il momento, abbiamo appena terminato la visione dell'opera prima del guru della comicità italiana: Mr libidine, anzi, Mr doppia libidine, anzi, Mr libidine coi fiocchi... Insomma, Jerry Calà.

In teoria dovremmo iniziare col parlarvi della trama, purtroppo però questo film ci mette di fronte solamente un'accozzaglia citazionistica eccessivamente gratuita e irritante, ma ci proveremo.
L'esile intreccio presenta Vladimiro (Jerry Calà), un allevatore di polli caduto in disgrazia che si sta recando a Santo Domingo in compagnia del suo fido gallo da combattimento Jo.
Arrivato a destinazione il pennuto gli verrà rubato, cosi giungeremo al Chicken Park (per niente velato riferimento al Jurassic Park di Spielberg, vero leitmotiv della vicenda), un luogo gestito da un nano pazzoide (Lawrence Steven Meyers) dove scorrazzano polli giganti, che sarà teatro della nostra incredibile avventura (forse).

Ma quali saranno i perni sui quali l'autore farà leva per dar sfoggio alla sua irresistibile verve comico parodistica?
Partiamo col dirvi dei riferimenti metacinematografici: in pratica la pellicola non perde mai l'occasione di ricordarci che ci troviamo all'interno di un film, con accenni continui e stucchevoli a set cinematografici, ruoli degli attori e chi più ne ha ne metta.
Un po' come Gerry Scotti che non smette mai di ricordarci che è grasso, calvo e di Pavia.
Inoltre abbiamo già detto delle citazioni, ma presentiamone alcune: si passa dai commenti al cachet del bambino di "Mamma ho perso l'aereo" (Macaulay Culkin, per gli idioti) alla vecchia pubblicità del languorino dei Ferrero Rocher (ve la ricordate?), non mancherà poi un pessimo imitatore di Edward Mani di forbice, un riferimento alla roulette russa de "Il cacciatore" e cosi via... tutte orrendamente sterili e insulse.

In questa fiera del pecoreccio poteva forse mancare il caro vecchio sesso?
Ma ovviamente no, infatti ad affiancare il nostro Jerry nelle scorribande all'interno del parco sarà una provocante e caldissima Dottoressa Sigourney, interpretata da una Demetra Hempton che ha avuto il buon gusto di farci vedere un po' di tette.
Tra l'altro le unice due scene che ci hanno discretamente divertito si trovano appunto nella sequenza di sesso, tranquilli non è uno spoiler, è palese fin dall'inizio che faranno ALL'AMORE.

La conclusione è ovvia: questo film fa cagare, non per niente ha saltato a piè pari la distribuzione nelle sale nel '94 venendo trasmesso direttamente in televisione, per poi uscire solo in VIDEOCASSETTA nel 2003.
Ovviamente non ci siamo nemmeno messi a criticare gli effetti speciali ridicoli e le varie incoerenze di sceneggiatura, perché sarebbe stato troppo facile, e comunque in un film parodistico su questo tipo di difetto si può passare tranquillamente sopra.
Quindi è un film da vedere oppure no?
Sicuramente la priorità non se la merita, tuttavia se avete finito tutto il trash della vostra lista e avete 96 minuti da perdere, beccatevelo.

Saluti libidinosi.

Lo Zio Gelli e Nicodemus.


domenica 29 aprile 2012

Fuga da Alcatrash Presenta: Supposte Sonore - Teste Sciroppate, Non ce l'hai mica d'oro.


L'ennesima supposta non si è fatta attendere amici, e udite udite: la tematica è sempre la voglia matta di sesso!!
Questa volta però abbandoniamo il "candore" che si fa voce nelle delusioni di Sonia Argento, e prepariamoci alle
per niente velate invettive da parte delle "Teste Sciroppate", scalcinato gruppaccio durato il tempo di 3 album che nel
1995 si fece "cantore delle frustrazioni di un'intera generazione", urlando in faccia al genere femminile: "non ce l'hai
mica d'oro, mi devi dire di siii!! E' solo un ricciolo moro, ce l'hanno tutte cosii!! "
Insomma proprio un complesso pezzone di impegno sociale che trascinandoci con il suo impeto rockeggiante non mancherà di
diventare un vero e proprio inno per quelli che ( e non sono pochi ) hanno sempre pensato "dannazione, non ce l'hai mica d'oro!!".
Ebbene signori, nel 1995 le "Teste Sciroppate" hanno dato voce alle ansie e allo spazientirsi di tutti voi, recuperate il brano,
non sia mai che vi venga voglia di dedicarlo a qualcuno..

Voto istituzionale: 6/10

Indice di gradimento alcatrash: 7/10


Nicodemus


domenica 15 aprile 2012

Il fango verde





Un film di Kinji Fukasaku



Open the door you'll find the secret
To find the answer is to keep it
You'll believe it when you find
Something screaming 'cross your mind
Green slime


What can it be, what is the reason
Is this the end of all that breathes, and
Is it something in your head?
Will youbelieve it when you're dead?
Green slime, green slime, green slime


What can it be, what is the reason
Is this the end to all that we've done?
Is it something in your dead?
Will you believe it when you're dead?
Green slime, green slime, green slime

Lasciandosi trasportare dalle note della Theme song "The green slime", scendiamo dal treno che abbiamo preso nell'ultima recensione e continuiamo, come promesso il nostro viaggio alla ricerca dello strambo.
La nostra ricerca ha avuto successo, eccome!! Però abbiamo dovuto cambiare mezzo di trasporto, infatti saliamo a bordo di un'astronave, dato che la pellicola di cui vi parliamo è ambientata all'interno di una base spaziale.
Togliamoci subito il dente: questo film è veramente brutto, ma ciò non vi deve scoraggiare, dato che se state visitando questo blog il brutto dovrebbe essere il vostro pane quotidiano.

In un tempo in cui gli uomini viaggiano a bordo di macchinine volanti, l'asteroide Flora è uscito dalla propria orbita senza alcun motivo, e stà per colpire la terra; l'impatto è imminente, e l'ex comandante Jack Ranking viene incaricato di recarsi su di esso per una missione con scarsissime possibilità di salvezza con l'intento di farlo esplodere prima della collisione.
Il nostro giungerà alla volta della stazione orbitale Gamma 3 mediante uno Shuttle (un bellissimo modellino, come del resto le macchinine, le astronavi e la stazione spaziale stessa ), dove costituirà un equipaggio formato tra gli altri dall'ex migliore amico nonchè attuale compagno della sua vecchia fiamma ( che fai non ce lo metti un bel triangolo amoroso in un'avventura spaziale? ).
Arrivati su Flora gli intrepidi eroi in tutta fretta piazzeranno gli ordigni, tranne uno che si metterà a giochicchiare con della fanghiglia verde di cui l'asteroide è pieno, ma il tempo stringe: i nostri devono tornare a bordo!
Indovinate un po' cosa si portano con loro? Proprio un residuo della melma verde, che rimane attaccata ad una delle tute spaziali.
A questo punto l'equipe si dirige verso Gamma 3 a una velocità supersonica resa molto bene dall'espressione contratta che plasma i visi degli eroi, con le teste inevitabilmente reclinate all'indietro.
Mentre imperversa l'esplosione, l'astronave la scamperà anche grazie al suo favoloso scudo nebuloso e multicolore.
Missione compiuta, la terra è al sicuro e tutti sono arrivati sani e salvi alla base, è tempo di festeggiare in puro stile anni '60!
E invece no, perchè sono passati soltanto 20 minuti dall'inizio del film.

Infatti la festa viene rovinata perchè durante il processo di sterilizzazione delle tute il residuo di fango si ingrandisce fino a diventare un "mostro vero e proprio" (?) che si moltiplicherà mietendo sempre più vittime.
L'inizio di un'avventura avvincente? Tutt'altro, da qui in poi imperverserà la noia, con questi mostroni monocolari e tentacolati impersonati da ragazzini con un costume di gomma che inizieranno a vagare miagolando tra la follia e il panico generale.
Ci sarà comunque l'epica battaglia finale collocata all'esterno della base orbitale, dove ci rendiamo conto che il regista ( comunque grandissimo ) ha un'idea tutta sua delle logiche della fisica e della gravità.
Qualcuno avrebbe dovuto spiegargli che nello spazio si galleggia, non è che si svolazza e si cammina a proprio piacimento.
Di conseguenza, più che ad un combattimento, ci troviamo di fronte ad un balletto sconclusionato e ridicolo.

Ci sembra che quanto è stato detto sulla trama possa bastare, se volete sapere come finisce lo scontro finale guardatevi il film, brutti trogloditi insolenti.
Noi ve lo consigliamo caldamente, cotanta bruttezza vi appagherà, e se vi spaventano le scene lunghissime e fini a se stesse, non temete, il film merita comunque, e avrete di cui parlare con i vostri amici ( sempre che ne abbiate ).

Come al solito non vi abbiamo detto tutto tutto tutto quel che succede nella pellicola ( non siamo Yotobi. Quel damerino. ), quindi se volete godere delle altre perle marroni e bitorzolute contenute in quest'opera non vi resta che stappare una Peroni e guardarvela tutto d'un fiato.

Cosmici saluti a tutti ( tranne Yotobi ), Lo Zio Gelli & Nicodemus