mercoledì 14 dicembre 2011

Fuga da Alcatrash Presenta: Supposte Sonore - Nino D'Angelo, Gesù Crì


Nino D'Angelo - Gesù Crì.

Nino D'Angelo ci sparò Gesù Cri che va sempre bene.. Capolavoro indiscusso del cantautore napoletano, scopiazzata in lungo e in largo da musicisti famosi e non, Gesù Cri è una delle colonne portanti della musica contemporanea.. Testo di preghiera e di aiuto, in lingua napoletana, capace di invadere il nostro subconscio di emozioni d'ogni genere.. Questo brano ci fa capire quanto sia importante per la nostra cultura un punto di firerimento come Il Nostro Santissimo Gesù di Nazareth... Un grazie sentito a Nino D'Angelo per una canzone che non morirà mai, simbolo di una generazione....

voto istituzionale 4 / 10
indice gradimento alcatrash 9 / 10


Sporky_Spart

domenica 11 dicembre 2011

Fuga da Alcatrash Presenta: Supposte sonore - Lasse Holm, Cannelloni Macaroni (Pizzeria Fantasia)

Matze Knop non aveva fatto tutto da solo..
Nei fertilissimi primi anni '90 scandinavi, questo navigato maestro pop decide di omaggiare il Bel Paese con una sviolinata magnifica nei confronti della nostra cucina (specialmente quella vegetariana, la pizza e la donna siciliana). Con un ritmo incalzante ed un testo trilingue (svedese, italiano e inglese) il brano e soprattutto il video, sono contornati da quest'atmosfera frizzantina, che richiama perfettamente i colori, i sapori e gli umori del nostro paese. Orribile.

voto istituzionale : 3,10 / 10

indice di gradimento Alcatrash : 8/10




Sporky_Spart

sabato 10 dicembre 2011

Il trionfo di King Kong

 Un film di Ishiro Honda


GRAAAWL YAAAARGH macchinosi e plasticosi lettori!!
Dopo gli ultimi film recensiti non sentivate anche voi il bisogno di un bella ondata di pattume malefico?
Ebbene, sarete accontentati con la visione de " Il trionfo di King Kong ".
Quindi senza ulteriori indugi accogliamo l'invito del menù del dvd e clicchiamo su " Scatena i mostri!!! "

Una voce narrante si fa subito beffe della filosofia oraziana introducendoci agli orrori a cui stiamo per assistere.
Difatti, un terremoto si scatena in Cile : villaggi decimati, ecosistemi distrutti, mostri giganti che ritornano in vita e sottomarini che impattano contro iceberg che crepati, diffondono il panico per i sette mari; il tutto mentre un'avida casa farmaceutica mira a impossessarsi del gigantesco e temuto dio di una povera tribù indigena( interpretata da imbarazzanti giapponesi col cerone), per meri scopi pubblicitari.
E il peggio deve ancora venire!!
Perchè il mostro gigante che ritorna in vita è Godzilla, e il gigantesco e temuto dio, (d'altronde non ci sareste arrivati) King Kong.
Si preannuncia uno scontro epocale del quale non vi sveliamo l'esito ( ma tanto avete già letto il titolo, gnegnegne ).
La visione è senza dubbio consigliata, perchè sarà impossibile resistere a quest'estetica della bruttezza classe 62.
Ogni amante del trash più abrasivo avrà un'erezione di fronte a omini in miniatura e villaggi di cartone devastati da goffi mostri di plastica e polpi vivi; oltretutto come non commuoversi con cotanta innocenza e ingenuità nell'immaginare un futuro non troppo prossimo.
Mettersi a elencare tutte le prelibatezze che questo buffet a base di merda ci offre smorzerebbe la libidine nel gustare questi teneri et odorosi bocconcini marroni.
La denuncia al mondo del vil denaro e ai danni del nucleare è piuttosto lampante, ma se volete saperne di più andate su wikipedia (stronzi).
Bene, non ci resta che salutarvi e ringraziare il regista Ishiro Honda per averci fatto dono di questi 73 minuti di pura paccottiglia giapponese.
Mostruosi saluti da Lo Zio Gelli e Nikodemus!!

Il film è a colori!

  

A breve una nuova recensione...

venerdì 2 dicembre 2011

Denti

  
Un film di Mitchell Lichtenstein


Un saluto a denti stretti cari perversi amici lettori!!
Parliamoci chiaro, un film che tratta di una vagina dentata è un po' il sogno/incubo di ogni amante del trash fin dai tempi della celeberrima osteria numero 20*.
In questo caso, Mitchell Lichtenstein, figlio del più famoso Roy (l'artista pop, per gli idioti) coglie l'occasione per mettere in scena una sorta di commedia adolescenziale dai tratti indipendenti condita con un sughetto di salsicciotti sanguinanti.
In una tranquilla cittadina americana, sulla quale campeggia una centrale nucleare, vive una famiglia della middle class: genitori risposati con figli non consanguinei.
Se il maschio, Brad, è un perverso e insensibile metallaro, all'altra figlia è andata in un certo senso peggio, infatti Dawn, fervente attivista nel campo della purezza sessuale possiede sin dall'infanzia delle fauci in più, non c'è bisogno di dire dove.
La giovane sarà l'oggetto dei desideri di una miriade di studenti e non tra scuola e dintorni, non vi sveliamo ulteriori risvolti di trama per non rovinarvi una pellicola che nonostante la non sovrabbondanza di scene splatter, o comunque horrorifiche, regala diverse situazioni sfiziose.
Non aspettatevi quindi sangue a fiumi, in un certo senso però il regista fa molto di più, perchè le sovracitate scene splatter sono ben amalgamate da una sottile e acuta ironia che pervade un po' tutto il film.
Oltre al gustoso entertainment quindi, ci viene posta anche una non troppo velata critica nei confronti di un certo conservatorismo e annessi e connessi, vedi religione.
Non possiamo che consigliarvelo questo "Denti", non aspettatevi però una grezzata trash esageratamente grottesca, ma affrettatevi a godere un lavoro ironico e ben fatto, che già solo per il soggetto era, appunto, da vedere.

A Presto, i vostri affezionatissimi Lo Zio Gelli & Nikodemus

*Osteria numero venti
Se la fica avessi i denti
Quanti cazzi all'ospedale
Quante fighe in tribunale
Dammela a me biondina
Dammela a me bionda.



A breve una nuova recensione...

martedì 22 novembre 2011

Hood of Horror




Yo bro!
Direttamente dal ghetto, ecco la nuova recensione che tanto attendevate.
Come avrete già capito questa volta ci immergiamo in un universo Hip Hop ma grondante sangue, infatti, il film di cui vi parleremo si presenta come una specie di Creepshow/Racconti dello Zio Tibia in salsa gangsta.
Vi chiederete dunque chi sia il cantore di tali incubi metropolitani; ma è ovvio!
Si tratta niente popò di meno di Snoop "me ne intendo di erba" Dogg!
Come nella tradizione delle pellicole alle quali questa si ispira, Snoop Dogg's Hood of Horror si divide in tre racconti dell'orrore intercalati dall'istrionismo del sardonico rapper.
Nel primo episodio una giovane writer armata di bomboletta spray si ritroverà con un oscuro potere in mano, dopodichè verremo catapultati in un vecchio palazzo, dove assisteremo alle angherie inferte da un crudele padrone di casa ai danni di 4 reduci di guerra, infine saremo partecipi della scalata al successo non troppo limpida di un rapper al'apice della fama.
Non ci troviamo nè di fronte ad un bel film, nè abbiamo a che fare con un'opera così brutta da essere gustosamente trash (Vedi Alex l'Ariete o Dreamland).
La visione comunque non è sconsigliata, se non altro per le 3/4 divertenti scene splatter e per il carisma di Snoop Dogg e comprimari come Danny Trejo (Spy Kids, Spy Kids 2) o Gabriel Pimentel (My name is Earl, The minis) nei panni del traboccante nanetto Mezzapinta ; per il resto abbiamo un'insipida variante della sovracitata pellicola di Romero (Creepshow, per gli idioti) che potrà al massimo esaltare i fan dell'Hip Hop che poi si scaricheranno la variegata e fin troppo presente colonna sonora, compreso il gustoso(?) e inedito rap grandguignolesco del satanico Snoop.
Da segnalare la discreta qualita delle riprese, figlie della mano di Stacy Title, regista nominata all'oscar per il corto Down on the waterfront nel 1994.
L'ultima cosa degna di nota in un'ora e mezza (circa) di film è il cartone animato introduttivo, piuttosto ben fatto, crepuscolare e amaro al punto giusto.



Lo Zio Gelli feat. Nikodemus


A breve una nuova recensione...

sabato 29 ottobre 2011

Piranha 3D

Un film di Alexander Aja

MESSAGGIO AGLI ONANISTI:
ATTENZIONE! QUESTO FILM CONTIENE UN ALTO TASSO DI SORCA, MAMMELLE E GLUTEI SCULTOREI

Prendete qualche quintale di pollastrelle ben fornite, unitelo ad una dose generosa di splatter con uno spruzzo abbondante di demenzialità in pieno stile B movie.
Versate il tutto su un soggetto che già in origine era una parodia ironica de "lo squalo" ed ecco emergere dalle profondità più recondite del trash "PIRANHA 3D".
La trama, scaturita dai tre ingredienti principali elencati precedentemente, è scorrevole, fluida e senza grandi ambizioni di sottofondo.
La pellicola in questione infatti non ha grandi pretese per ciò che concerne i contenuti ma cela in sè una tendenza al teen-horror e alcune chicche succulente delle quali tener conto:
- Il pescatore della prima scena( la prima vittima) è Richard Dreyfuss, già noto per aver ricoperto il ruolo del biologo marino in "lo squalo"(non per niente anche in Piranha 3D esordisce canticchiando un motivetto che aveva già intonato nel lontano 1975 nell'opera spielberghiana).
- Eli Roth in veste di presentatore di un concorso "miss maglietta bagnata"... Si sa, dove ci sono culi, tette e splatter la sua presenza è obbligatoria.
- Christopher Lloyd( il Doc di "ritorno al futuro") alle prese con un negozio di animali.
- Le 3 super pornostar americane Ashlynn Brooke, Gianna Michaels e Riley Steele.

Dal film traspare molto vagamente un pizzico di critica sociale rivolto alle nuove superficiali generazioni , i baluardi del moderno estetismo effimero.
L'entusiasmo derivante dalle scene di estrema demenzialità (vedi il pene mozzato mangiucchiato dai piranha, la ragazza scuoiata in viso da un motore a elica, la scena del party sulla riva del lago, ecc...)
verrà quasi inabissato da una computer grafica spesso obbrobriosa e improponibile da far concorrenza alla celebre casa di Mockbuster "Asylum".
I piranha della prima scena infatti sono resi tutt'altro che dignitosamente e sfiorano involontariamente un livello di ridicolezza magistrale.
Tutto sommato più che guardabile.
Un pop-corn movie horror degno di visione.


A breve una nuova recensione...

martedì 25 ottobre 2011

La casa con la scala nel buio

Un film di Lamberto Bava

Pellicola baviana dalla buona manifattura e dal tocco argentiano attenuata però dallo sviluppo un po' squallido della trama e dal titolo che pare uno scioglilingua privo di uno scopo dizionistico.
La prima scena che Bava ci propone è ben resa e contiene un'alta componente horror: in cima alla scalinata di una cantina un bambino, spronato da altri due marmocchi, deve addentrarsi attraverso l'oscura strettoia alfine di recuperare una palla da tennis dimostrando così di poter vincere le proprie paure... tornerà indietro soltanto la pallina imbrattata di sangue...
Ottimo inizio! Purtroppo si tratta di un film nel film. Si, avete capito bene. Il nostro protagonista(Bruno) è infatti un compositore di colonne sonore horror e sta per l'appunto ultimando una composizione per il suddetto film. Per fare ciò si è trasferito in una nuova mansione nella quale può partorire indisturbato i suoi macabri motivetti. Fin qui la trama non fa alcuna grinza... fin qui...
di repente da un armadio spunta una ragazza che si scopre essere in cerca di un'amica. Bruno la accoglie senza rimuginarci troppo su rischiando persino di flirtare con questa portatrice sana di fregna...
Le cose sono due:
1) O lui ha uno scroto secernente ormoni pachidermici che lo rendono miope.
2) O lui è semplicemente un menomato irresponsabile.
Naturalmente la "femme fatal" si allontanerà come nulla fosse successo per venire poi uccisa a due passi dall'abitazione di Bruno(e non sto scherzando son davvero due passi). Il compositore ormai intento a plasmare una nuova traccia musicale non si accorgerà di niente.
Un secondo omicidio avverrà all'interno della mansione in assenza del nostro eroe: un'altra ragazza, amica della defunta, decide di farsi un bagno nella piscina della casa e rimpettirsi nel bagno di Bruno...
Perchè è entrata!? Cosa ci fa a casa di un altro!? I nostri dubbi sulla trama verranno momentaneamente sedati dalla scena estremamente gore nella quale assistiamo all'assassinio della tipa nel bagno. Molto è il sangue ma maggiore è la violenza. Il corpo e il rubicondo liquame nel quale annega verranno fatti magicamente scomparire dal killer che inaspettatamente lascerà il coltello appena usato sulla scena del delitto. MA COME!?!?
La climax cresce fino alla scena finale che ci regala un colpo di scena inaspettato... sfortunatamente per noi anche questo sfocerà nel ridicolo pur facendoci assaporare dei lievi rimandi a Psycho.
Il film è statico quanto lento nello scorrere seppur ben realizzato e la storia è molto lontana da ogni parvenza di plausibilità.


A breve una nuova recensione...

lunedì 26 settembre 2011

Oasis of the zombies

Un film di Jesus Franco(qualsiasi bestemmia derivante dalla visione è giustificata dal nome del regista)

Ecco un film che non ha niente da invidiare al temutissimo "Zombe 5:killing birds".
Ingredienti: un inizio improbabile, una trama (o quello che è) che pare la rivisitazione impoverita in chiave horror di "Paradise" inserita in un conesto tuttora da inquadrare (cosa ci fanno cadaveri ambulanti rianimati di soldati nazisti in un oasi nel deserto?),
un make up degli zombie equiparabile a quello di platinette o alle maschere dell'atellana e per finire una caratterizzazione dei personaggi ancora non pervenuta.
Se a tutto ciò aggiungiamo il fatto che gli zombie compaiono dopo 40 minuti di supplizio visivo e negli ultimi dieci minuti per un tempo totale di 10/15 minuti converrete col sottoscritto che la voglia di incontrare il regista per regalargli una lavanda gastrica a suon di mazza ferrata è più che comprensibile...
Partiamo dall'inizio del film:
Due strafiche (in apparenza lesbiche) arrivano all'oasi suddetta a bordo del loro bolide fiammeggiante, ovvero una jeep turbotamarra, per poi essere assalite da minacciosissimi zombie/nazisti. Questo naturalmente è completamente slacciato dalla storia principale, ma il peggio viene dopo: non appena vi accorgerete che il resto della trama equivale alla prima scena diluita in un carnevale di scene nonsense e senza le strafiche... sbizzarritevi voi con le bestemmie...
E in seguito a ciò come si sviluppa l'intricata trama? Un ragazzo in cerca del padre farà una scampagnata insieme alla fidanzata e agli amici/manichini nella macabra oasi. Fine.
Ci sono poi elementi di contorno che fanno ancor più dubitare sull'efficacia della trama: cosa c'entra un rabbino/afroman/musulmano nel bel mezzo di una baraccopoli nel deserto?
È una pellicola che frana ovunque.
Ah! Se cercate un po' di gore o splatter allora evitate questa poltiglia nauseante.
Gli zombie servono almeno a dare al film un tocco di critica sociale? Negativo. Anche se il film fosse stato realizzato con intento critico la sua eccessiva malrealizzazione renderebbe impossibile carpirne una presunta essenza. Una menzione speciale va alla copertina megapixelata in stile commodore 64 del dvd, che io non ho comprato(ci tengo a precisarlo).
Voi non volete vedere questo film...


ATTENZIONE!
BOLLINO SPECIALE 










A breve una nuova recensione...

lunedì 19 settembre 2011

Mutant girl squad

Un film di Noboru Iguchi, Yoshihiro Nishimura, Tak Sakaguchi

Correva l'anno 2008 e mentre il mondo cambiava nuovamente la sua morfologia politica e ambientale in Giappone veniva plasmato uno degli splatter più malati nella storia del cinema: "Tokyo gore police". Da allora si pensava che nessuna pellicola proveniente dal sol levante avrebbe mai potuto eguagliare quell'aberrazione cinematografica.
Ci sbagliavamo...
2010: prende forma un nuovo j-splatter insano e malato quanto il predecessore, sto parlando di "Mutant girl squad"...
La storia vede come protagonista una sedicenne che scopre casualmente d'essere di natura tutt'altro che umana, ovvero una mutante.
I mutanti, razza detestata a causa delle sue diversità in tutto il Giappone(c'è un Borghezio giapponese al governo), possiedono una comunità della quale la nostra eroina entrerà a far parte. Il gruppetto di mutanti è guidato da un leader/travestito( unico maschio tra l'altro molto equivoco) e composto dalle più svariate castronerie visive proto-demenziali che abbia mai visto:
- Una cheer-leader denominata "culo di sega" a causa di una motosega che le fuoriesce dalla cavità anale(la più grande minaccia per gli amanti dei rapporti anali)
- Una cameriera dotata di tette/lame( due lame sono piazzate al posto dei capezzoli)
- Un'infermiera formichiere/calamaro (ha una proboscide con la quale risucchiare le interiora dei nemici e bracci tentacolari capaci di resistere ai fendenti di una spada)

Queste solo alcune delle malsane e bizzarre idee inserite nel film...
I poliziotti addestrati al combattimento contro i mutanti sono dotati di mitragliatrici nasali, hanno cioè una maschera di arlecchino che spara proiettili a raffica dalla punta del naso.
Non parliamo poi del ragazzo dotato di fiamme rubiconde al posto del sangue... Tagliandosi mani e piedi (con un taglierino...) inizierà a volteggiare in aria ricalcando alla perfezione Astroboy anche nell'aspetto (vedere per credere... se siete abbastanza coraggiosi).

 L'astroboy de' noattri

Le scene splatter sono tutte a carattere demenziale e ce ne sono due o tre davvero divertenti, una di queste è la slot machine facciale: il volto di un malcapitato viene diviso in tre stisce che inizieranno a girare come ruote della slot machine.
Le riprese sono rese talvolta in modalità Parkinson e rischiano di essere eccessivamente fastidiose a causa dell'inquadratura perennemente tremolante.

Godetevelo a vostro rischio e pericolo...


A breve una nuova recensione...

lunedì 12 settembre 2011

Poliziotti violenti

Un film di Michele Massimo Tarantini

La brutta copia della serie "Starsky e Hutch" semplificata in unico episodio. "Poliziotti violenti" è un poliziottesco abbastanza agile nello scorrimento malgrado la masnada di scene in taglio grottesco che lo contornano.
Trama: un ufficiale incazzoso dall'espressività di un golem(Henry Silva) e un poliziotto esperto del mestiere si uniranno per sventare un piano ordito dalle altecaste militari e criminali.
Esilaranti sono le scene comprendenti scontri corpo a corpo in cui Henry Silva fa sfoggio di un'agilità comparabile a un comodino privo di tre gambe e di movimenti goffi e macchinosi in stile godzilla.
Il tutto è reso ancor più ridicolo dal fatto che Henry Silva nella pellicola suddetta rappresenta la signora Fletcher della violenza: qualsiasi luogo da lui frequentato si trasforma in un teatro di brutali efferatezze dettate da un improbabile istinto criminale che sembra possedere il 90% delle comparse.
La logica del film e della regia talvolta si assentano inspiegabilmente: in alcune scene l'attenzione si focalizza su un personaggio che pare essere l'architettore dei colpi criminali ai danni dei nostri eroi, anche se in fin dei conti si rivelerà più ininfluente delle comparse stesse. Perchè dare tutta questa importanza ad un energumeno inutile ai fini della trama?
La storia è epicamente prevedibile e il finale che cerca di stupirci con un "colpo di scena" è ridicolo quanto squallido.
Certamente non autopunitivo, ma risparmiabile.




A breve una nuova recensione...

lunedì 5 settembre 2011

Rats: notte di terrore

Un film di Bruno Mattei( con lo pseudonimo di Vincet Dawn)

L'incubo peggiore di ogni impresa di disinfestazione, "rats: notte di terrore" ci proietta in un'atmosfera post-apocalittica assieme agli impavidi protagonisti, rudi e risoluti biker da strada che paiono la taroccatura dei balordi di ken-shiro. L'introduzione ci mostra subito una nuova locuzione che definisce una nuova fase temporale della storia umana, ovvero "A.B." che sta per after bomb.
La storia è ambientata infatti nel 225 a.b. (2'015 d.c.) e vede i nostri biker protagonisti di un vero e proprio assedio da parte del mondo roditore all'interno di una struttura abbandonata.
Molto interessanti sono gli escamotage escogitati da Bruno Mattei per rendere al meglio gli "effetti" "speciali" del film:
- I 3000 ratti(all'incirca) sono stati noleggiati da un laboratorio e immersi uno ad uno nella pece (i ratti di laboratorio sono totalmente bianchi) 
- Per realizzare un ratto che lentamente fuoriesce dalla bocca di una sventurata dopo essersi fatto strada attraverso l'apparato sessuale di quest'ultima, Bruno Mattei si è servito di un preservativo ricoperto di peli applicato sulla lingua dell'attrice assieme ad una testa finta da mega-sorcio.
Anche il make-up delle ferite facciali o del cadavere dilaniato dai denti dei roditori è di buon impatto, ciò che invece non convince per niente è l'apparente aggressività dei topi.
I personaggi infatti sono terrorizzati dai ratti come se questi fossero pronti ad azzannarli alla prima occasione propizia, eppure dalla pellicola traspare l'innocuità di questi poveri esseri presi e lanciati di forza sugli attori alfine di simularne una ferocia incontrollabile.
Il picco più basso(permettetemi un ossimoro) viene raggiunto quando i balordi iniziano a festeggiare gaiamente il ritrovamento di provviste ancora buone all'interno del complesso: la ragazza di colore(interpretata da Geretta Geretta), dopo esser stata ricoperta di farina scimmiotterà goffamente insieme al resto del gruppo canticchiando "Sono diventata bianca! Sono diventata bianca!".
"Rats" scorre quasi decentemente sfoderando il tipico fascino della pellicola anni '80 e ci fa assoporare intensamente un po' di cinema sperimentale pur essendo molto statico(la vicenda si svolge internamente alla struttura in cui i biker si barricano inspiegabilmente).
Una parola va spesa anche per il finale che rimane un indiscutibile punto interrogativo...

(ATTENZIONE SPOILER)

Negli ultimi dieci minuti di film i biker superstiti vengono soccorsi da un'impresa di disinfestazione giunta dal sottosuolo che si rivelerà poi essere una combriccola di uomini-topo-giganti-intelligenti.
Allora...
1) Perchè degli uomini-topo-giganti-intelligenti dovrebbero disinfestare una struttura abitata dai loro antenati sorci di fogna?
2) Perchè l'uomo-ratto-gigante-intelligente sembra la controfigura del cugino It con l'impermeabile giallognolo?
3) Se la superficie della terra è governata da eserciti iper estesi di ratti e il sottosuolo da uomini-ratto-giganti-intelligenti, gli umani dove cazzo stanno?
4) Quale metafora(sempre che ne esista una plausibile) vogliono esprimere implicitamente questi roditori giganti?

Ricordiamo che il film è co-diretto nonchè sceneggiato da quel mattacchione di Claudio Fragasso(sempre sia lodato) che qualche anno dopo partorirà uno dei più grandi capolavori nella storia del trash mondiale... "Troll 2"... Oh my goooooooood!
Il protagonista Kurt invece è interpretato da Ottaviano Dell'acqua, celebre attore nonchè stunt-man dei film di genere. Lo ricordiamo per aver vestito i panni di uno scagnozzo di "quello che fuma le sigarette gialle" in "Alex L'ariete"(sempre sia lodato).



A bree una nuova recension...

lunedì 29 agosto 2011

Maniac cop: poliziotto sadico

Un film di Larry Cohen


Un poliziotto non-morto che torna dall'aldilà per mietere vittime a random? Capirete che già dai pronostici il film ha ben poco da dire.
La trama straborda di una semplicità analoga alle frasi di protocollo che vengono insegnate ai marmocchi nelle scuole elementari ("ciao, come va?" "Tutto bene, e lei?").
Il film non ha niente di così bello(ovviamente) e niente di così brutto da poter essere segnalato. Non ci sono nè picchi di stupidità nè scene efficacemente grottesche.
L'enorme e non trascurabile difetto sta sicuramente nel ritmo: "Maniac cop" pare infatti una versione rivisitata in rallenty di un normale horror slasher("Halloween", "Nightmare on elm street", "Friday the 13th"). Atmosfere cupe e confusionarie malscandiscono scene horror(si fa per dire) tendendo quasi alla censura(come un video pixelato).
La tensione e la suspence sono comparabili a quelle di una puntata di Beautiful o di una qualsiasi cloaca televisiva. Manca un approccio horrorifico che sia in grado di spaventare anche leggermente o di evocare nell'inconscio dello spettatore una parvenza di brivido: un orango di due metri vestito da poliziotto con un make-up così orripilante non lo si vede neanche alle feste di addio al celibato più blande.
La pellicola si avvale però di una presenza nota e alquanto gradita nel genere horror-demenziale... il famigerato Bruce Campbell, all'epoca reduce da due pietre miliari intramontabili( "La casa" e "la casa 2"), nei panni dell'eroe protagonista... rivogliamo Ash...
Questo non serve a salvare un film che arranca già nell'introduzione floscia e poco interessante. Sono completamente assenti scene splatter(il sangue si conta col contagocce), forse unico elemento che avrebbe potuto risollevare questa marcia macedonia dalla trama pressochè inesistente.



A breve una nuova recensione...

lunedì 22 agosto 2011

Jesus Christ vampire hunter

Un film di Lee Demarbre


Qualcuno dovrebbe punire il regista di questa pellicola, non per la sua blasfemia strampalata(che rende Gesù più credibile che nei Vangeli), ma per il malsfruttamento di un'idea strepitosa che poteva portare alla plasmazione del più grande capolavoro di tutti i tempi.
La trama del film è il titolo stesso, c'è poco da aggiungere se non una trovata davvero interessante: i vampiri riescono a sopravvivere al giorno indossando pelli ottenute dallo scuoiamento di pulzelle avvezze ad amori saffici(si, sto parlando di lesbiche).
Divini i metodi di combattimento del buon nazareno Gesù che in una taverna malfamata fa strage di vampiri nei modi più imprevedibili. Basti pensare che per far fuori due succhiasangue usufruisce di un boccale di birra, prima benedicendolo ottenendo birra santa per poi berla e sputtazzare gli amici vampiri che vanno inesorabilmente a liquefarsi. Ottimo anche lo stacchetto con la croce in stile batman inserito tra una scena e l'altra. Fin qui niente da obiettare.
Il difetto principale del film è il taglio fin troppo amatoriale sia dal punto di vista registico che del doppiaggio. Le riprese sono talvolta un pout pourri di inquadrature dilettantistiche che alternano momenti di stasi totale o di non-sense fottuto(vedi la scena in città stile musical) a scene di scazzotate in apparenza dinamiche ma spropositatamente lente a causa del contenuto eccessivo di demenzialità.
I "Bom", "Tump", "Sbem" alla Bud Spencer che fanno da sfondo alle numerose scene di lotta sono inseriti alfine di ridicolizzarne i contenuti trasmutando il pathos in frivole risa, ma rischiano d'essere di un'esagerazione mastodontica sia per l'utilizzo poco parsimonioso che ne viene fatto(alcuni scontri sembrano infiniti per la loro durata) sia per il modo in cui vengono applicati al doppiaggio.
La pellicola aveva tutte le carte in regola per entrare nel Parnaso dei B-movie/trash, ma si impantana in una resa piuttosto modesta che può far presa soltanto sui cultori del genere.
Un capolavoro mancato.



A breve una nuova recensione...

domenica 14 agosto 2011

Atom: il mostro della galassia

 Un film di Ishiro Honda


Cosa succede quando degli esseri unicellulari, in apparenza sborra spaziale, provenienti dallo spazio più profondo vengono a contatto con creature terrestri?
"Atom: il mostro della galassia" è il tipico monster-movie giapponese vecchia scuola che tende a equalizzare ogni tassello della storia:
trama= zero, caratterizzazione dei personaggi= zero, computer grafica= come se fosse zero.
Bisona pur sempre tener conto che ci troviamo nel bel mezzo degli anni '70, dunque è impossibile aver pretese pachidermiche sul livello degli effetti speciali.
La sborra spaziale ha però un potere devastante: trasformare tutto ciò che trova in un mostro gigantesco dalla potenza titanica. Questo accade con un calamaro, un granchio e infine una salamandra/tartaruga. Fin qui niente di strano... o quasi. E quando la sborra spaziale incontra un semplice essere umano? Beh, in tal caso nasce il mostro più temibile nella storia dei monster-movie che io abbia mai visto: un uomo di normale statura con l'ombretto. MA COME? PERCHÈ LA SBORRA SPAZIALE MUTA LE ALTRE CREATURE IN MOSTRI GIGANTESCHI E "SPAVENTOSI" E UN OMUNCOLO IN UN UOMO CON L'OMBRETTO ALTO UN METRO E UNA BUCA? Una vagonata di delusione vi travolgerà inesorabilmente additandovi come colpevoli della meschina visione("l'avete voluto vedere voi, cazzi vostri").
Atom(la sborra spaziale) ha però un punto debole... gli ultrasuoni dei pipistrelli. Il suo obiettivo primario è quindi sterminare gli stormi di pipistrelli che dimorano l'isola sulla quale Atom imperversa.
Le reazioni dei vari personaggi trascendono qualsiasi grado di plausibilità: uno dei personaggi si impaurirà ogniqualvolta gli verrà puntata la luce sul volto, un altro verrà letteralmente terrorizzato da due schizzi d'acqua per poi fuggire celermente in una capanna da villaggio turistico dove  prontamente il gargantuesco calamaro lo attende.
Oltretutto non si capisce per quale motivo gli indigeni dell'isola, che vivono in maniera piuttosto primitiva, siano in possesso di : tonnellate di taniche di benzina, fucili della seconda guerra mondiale, mitragliatori e altre armi d'ogni sorta. Spiegazione possibile: i membri dell'A-team sono gli animatori del villaggio turistico.
Degno di nota tra i personaggi (anche se di medesima importanza rispetto agli altri, ovvero ininfluente ai fini della trama) è la versione giapponese di Gandalf il grigio, forse l'unica nota positiva.

ATTENZIONE!
BOLLINO SPECIALE 










A breve una nuova recensione...

mercoledì 10 agosto 2011

Ubaldo Terzani Horror Show

Un film di Gabriele Albanesi

Tempo fa, visionando il dvd dell'ultimo lavoro romeriano "survival of the dead" mi sono imbattuto casualmente nel trailer del suddetto film che a primo impatto ha destato in me e in chi era presente una certa ilarità involontaria. Questo ci ha fatto presupporre che la pellicola in questione non fosse altri che una sottospecie di fake-trailer da affiancare a trailer demenziali quali quelli Macciocapatondiani.
Nel trailer infatti sono vari gli elementi che fanno dubitare riguardo la serietà del film: dai titoli che si alternano al fine di elevare il livello di suspence riuscendo solo nello smerdarlo("a carismatic writer of horror best sellers" è a dir poco ridicolo), ai titoli dei libri di Ubaldo Terzani che vengono velocemente mostrati durante la breve sequenza( "La notte in cui Marta sognò la propria morte", "L'urlo del centauro", "Danzando sulla lama di un rasoio", "Il bosco ha mille occhi"e "Quanto ti amavo, mamma". Neanche "il battello a vapore" si sarebbe proposto di stampare titoli simili...).
Il film avrebbe dovuto titolare "nelle fauci di Ubaldo Terzani", ma grazie al cielo o qualche presunta divinità la casa di distribuzione ha optato per "Ubaldo Terzani horror show".
Visionando questa italica pellicola le aspettative che il trailer aveva plasmato nella mia mente sono state massacrate.
Il film infatti è scorrevole e fluente, presentando scene mai fini a sè stesse e ben congegnate da una regia competente e responsabile.
D'altissima qualità sono anche gli effetti gore/splatter realizzati dallo stimabile Demiurgo dell'horror Sergio Stivaletti.
Pollice verso per la performance di Laura Gigante che grava pesantamente sulla qualità del film sfoggiando talvolta una recitazione alquanto amatoriale da cortometraggio
di quarta superiore.
Tutt'altra considerazione va fatta per Paolo Sassanelli(alias Ubaldo Terzani) che veste il ruolo in maniera egregia senza scadere mai nel ridicolo assoluto( nella resa di un film horror il confine tra paura e ridicolo è assai labile). Nel film sono presenti dei vaghi rimandi all'opera carpenteriana "Il seme della follia"("in the mouth of madness").
Intrigante quanto esplicita è la critica velenosa rivolta ai produttori e ai registi italiani moderni, aspetto che rende "Ubaldo Terzani horror show" quasi autobiografico.
Di fatti il protagonista della storia è un regista di film horror in cerca di produzione, che viene prontamente affidato allo scrittore di successo Ubaldo Terzani per sfornare una sceneggiatura degna di un debutto sul grande schermo.
Per gran parte del film, o meglio verso il finale aleggia una certa ironia sottile attorno ai due protagonisti(il regista e Ubaldo)  scandita da elementi quasi impercettibili che solo gli osservatori più attenti potranno captare...
Per chi ama l'horror imperdibile.




A breve una nuova recensione

sabato 6 agosto 2011

Creature dagli abissi

Un film di Al Passeri(celebre artigiano della merda)

"Creature dagli abissi"... prima di visionarlo prenotate una seduta dallo psicologo per assicurarvi di possedere nervi idonei alla visione...
Sunto della trama: un gruppetto di amici a bordo di un canotto di gomma si imbatte accidentalmente in uno yacht abbandonato(apparentemente) e decide di sostarvi una notte. Durante il pernottamento lo sventurato gruppo dovrà fare i conti con pesci mutanti fluttuanti che hanno il potere di insinuarsi nell'organismo umano controllandone le funzioni cerebrali(ignoto il criterio con cui accade tutto ciò).
L'inizio seppur semplice nel contenuto è piuttosto disordinato e caotico, e ancora mi domando(inutilmente) perchè alternare la scena dell'abbordaggio dello yacht a scene sconclusionate in cui si intravede per qualche frazione di secondo una rana pescatrice che slinguazza lo schermo... Il quarto mistero di Fatima...
Lo yacht è in teoria uno yacht di lusso, dotato dunque di tutti i comfort richiesti da dei ricchi borghesacci: ornamenti costosi, stanze da letto confortevoli, sistemi di sicurezza,ecc...
La cosa strana è che lo yacht di questa vomitevole pellicola oltre a possedere tutte le caratteristiche suddette, include un gigantesco laboratorio per esperimenti biologici... Eeeee questi scienziati d'oggi non si fanno mancare proprio niente... ma non è finita qui: nel laboratorio turbo-tecnologico è incluso una sottospecie di museo di crani umani ed altre ossa delle quali il protagonista in modalità homo erectus farà uso per eliminare un pesce mutante fluttuante(si muove nell'aria come se si trovasse in acqua, fate vobis).
Tra mammelle in mostra e dialoghi grotteschi prendono forma reazioni umane improponibili:
- Dopo aver scoperto la presenza dei riluttanti esseri a bordo, nel pieno caos, la consorte del protagonista improvvisa una richiesta di matrimonio...
- Durante l'esplorazione interna dello yacht viene ritrovato uno scienziato privo di sensi che viene messo da parte e lasciato a sè stesso, senza che nessuno vigili su quest'ultimo.
- Sull'imbarcazione succedono i fatti più strambi(per esempio l'uomo che si muta in rana pescatrice gigante coi tentacoli durante una copulazione) e nonostante tutto ogni tre per due i nostri malcapitati si mettono a dormire tranquillamente come se niente fosse...
La recitazione è lo sfintere del bizzarro, raggiungendo talvolta picchi di ridicolo ineguagliabili. Gli effetti speciali sono refrattari al buon gusto(l'uomo-ranapescatrice-polpo reso in stop motion nella maniera più deleteria, le esplosioni incollate sulla pellicola),
per non parlare poi delle scene inconcludenti ogni quarto d'ora: che senso ha mostrare lo scienziato superstite intento a preparare una siringa letale per il mostro(con tanto di inquadratura sul particolare) se per tutto il film non verrà mai usata?
La pellicola regala anche qualche chicca per gli adepti del trash, come la ragazza che partorisce caviale o il bagno automatizzato dello yacht con tanto di voce femminile pronta a fornire saggi consigli("Spiacente la carta è finita, ora usate le dita, ora usate le dita...").
La "suspence" prende piede molto lentamente lasciando svestiti i primi cinquanta minuti di film che lo fanno sembrare un trash all'italiana old-school.
Regia non pervenuta.
I fratelli Lumière(padri del cinema) hanno rilasciato una dichiarazione dall'aldilà: "Cristo, che cosa abbiamo fatto..."


A breve una nuova recensione...

martedì 2 agosto 2011

Horror puppet (Tourist trap)

 Un film di David Schmoeller(come scritto nella locandina)

Geniale, strepitoso, spettacolare... non sto parlando di questo film...
"Horror puppet" è una macedonia di horror fusi contemporaneamente in una stomachevole pellicola.
Ritroviamo infatti elementi che vanno da "non aprite quella porta" a "puppet master" per poi finire con "nascosto nel buio".
Il titolo originale del film è "Tourist trap" e già dai primi due minuti lo svolgimento con finale annesso è intuibile... Gli interrogativi verranno dopo, non vi preoccupate...
Un gruppo di turisti(tra i quali spicca anche la ex "Charlie's angel" Tanya Roberts) rimane inspiegabilmente impantanato in un rustico meandro per poi essere soccorso da un bifolco alias Mr. Crocodile Dundee.
Quest'ultimo offrirà ospitalità allo sfortunato gruppetto nella sua casa immersa nel nulla più totale(che novità). Nella dimora, oltre ad un museo dell'antiquariato, troviamo un assassino maniaco che maschera il proprio viso con facce di manichini...
La cosa strana è che il serial-killer appare SSE(se e solo se) Mr. Crocodile Dundee è assente. Condizione sufficiente e necessaria.
Chi sarà mai allora questo spietato serial-killer? Quale ingegnoso dilemma! Quale escamotage prestigioso!
Già a metà film la quantità di domande da porre a quel burlone del regista sarà una valangata.
Perchè il serial-killer ha più poteri di tutti gli X-men messi insieme?
Elenchiamoli:
1) Far parlare i burattini con voci diverse non essendo un ventriloquo
2) Telecinesi
3) Trasmutazione della gente in manichino(in maniera piuttosto misteriosa)
4) Invincibilità (resiste a ben due colpi di fucile)

L'ultimo punto viene meno sul finale: un'accettata ben assestata tra spalla e collo uccide il maniaco burattinaio... ma... ma... ma... e i due colpi di fucile?
Le maschere di cui fa sfoggio il serial-killer sono più ripugnanti del film stesso anche se bisogna riconoscergli un piccolo tocco di "macabro". La sfilata delle maschere consiste di ben due maschere: una da ragazzino dalla bionda chioma, ma soprattutto... rullino i tamburi... la maschera di Little Tony!
Il pathos sale alle stelle quando il nostro beneamato assassino tenta di uccidere una ragazza cospargendole la faccia di un impasto granulare, "per soffacarla" direte voi, beh ovviamente no... Ricoprirle il viso di "dash" serve a farla morire di paura facendole esplodere il cuore in una manciata di secondi..."il cuore è matto, matto da legare"... ok, basta con Little Tony...


A breve una nuova recensione...

venerdì 29 luglio 2011

976: chiamata per il diavolo

 Un film di Robert Englund.

Ebbene si, il nostro rinomato quanto apprezzato Robert Englund, icona horror assoluta dopo l'interpretazione magistrale di Freddy Krueger nella serie "Nightmare" inaugurata da Craven, si cimenta in un esperimento di regia che imbocca la strada del disastro totale.
Evidentemente aver vestito il ruolo di Freddy Krueger l'ha reso un esperto nel creare incubi...
"976 chiamata per il diavolo" parte da un'idea apprezzabile che poteva riversare la sua originalità su una trama fluente e di solide fondamenta.
Il nucleo dell'idea lo conosciamo tutti, è stato proposto e riproposto da qualunque horror di genere paraorientale, ovvero c'è una tendenza ad un equilibrio orrorifico tra occulto/soprannaturale e tecnologia(vedi "the ring", "the call","the phone", "the grudge", "the eye",ecc...).
In questo caso si fanno interagire Satana e una cornetta telefonica e come inizio non promette per niente male...
Aspettate... una domanda... 976 che razza di significato ha nella simbologia dei numeri? Dopo pochi minuti non ho avuto più dubbi: 976 è il numero che simboleggia i film di merda.
La storia è semplice ed abbastanza intuibile: esiste il numero di un oroscopo in grado di metterti in contatto diretto con Mefisto e ricevere dei "favori speciali" da quest'ultimo. Ovviamente il numero cadrà nelle mani sbagliate e potete immaginare già come andrà a finire.
La prima scena è sconnessa dal resto e resa in maniera piuttosto caotica, ma ovviamente è solo l'inizio...
Gli stereotipi sono estremizzati a livelli ancestrali e diluiti in un contesto decisamente surreale.
Abbiamo:
1) Un ragazzino sfigato princeps dei nerd che vive con la madre
2) La madre turbo-bigotta-cristiana-a-randa dello sfigato che non fa altro se non ascoltare surrogati di radio-maria continuamente e quotidianamente(degne di nota sono le sue filippiche religiose)
3) Il cugino figo dello sfigato in giubbotto di pelle e moto da biker, alias Renegade (meno arcigno, ma siamo lì)
4) Una teen-ager libertina in stile anni '80
5) Teppisti di scuola abili giocatori d'azzardo
6) Un giornalista/investigatore lavorante alla rivista "Miracoli Moderni", non aggiungo altro...
Il doppiaggio invoglia a diventare doppiatore soltanto per conoscere i doppiatori di quest'obbrobrio e poterli mandare a quel paese.
Le riprese hanno le trovate più strambe nei momenti meno opportuni: mentre assistiamo ad un'innocente scena di sesso tra Renegade e la teen ager libertina, l'inquadratura assumerà una visuale kaleidoscopica(l'immagine ripetuta più volte in una sola schermata) per ben due volte in cinque minuti senza un motivo che ne giustifichi l'utilizzo.
Gran parte delle sequenze offrono momenti di dubbia plausibilità: lo sfigato esegue un rito satanico in cantina vivendo in una casa piena di santini, gigantografie religiose e gadget cristiani con la madre turbo-bigotta-cristiana-a-randa avendo ricevuto sin da piccolo un'educazione da boy scout... qualcosa non regge.
Naturalmente il princeps dei nerd verrà poi posseduto dal Maligno mutando forma e ottenendo i connotati facciali del Grinch...(Sembra davvero il Grinch, solo il colore li differenzia).

Ragazzo posseduto- Grinch

Tralasciamo la moltitudine di scene fini a sè stesse...
Come fermare un ragazzino posseduto dal Demonio che ha ereditato dunque tutti i suoi poteri? Semplice, basta distrarlo proponendogli di fare un giro in moto insieme a qualche ragazza per poi afferrarlo e buttarlo in una cava infuocata... ma andatevene a...

Alza la cornetta, il Demonio ti aspetta!



ATTENZIONE!
BOLLINO SPECIALE 










A breve una nuova recensione...

mercoledì 27 luglio 2011

Dead snow

 
Un film di Tommy Wirkola

Ed eccoci di nuovo qua, passata la sbornia post "Alien vs Ninja" per recensire un nuovo prodottaccio trash.
Purtroppo però stavolta di sbornie non ne abbiamo avute, ma in compenso ci siamo sorbiti una bella iniezione di noia.
Sì, perché la pellicola di Tommy Wirkola, produzione norvegese del 2009 ci mette molto ad ingranare, regalandoci qualche piccolo sprazzo trash(Crani aperti con cervelli che fuoriescono e si spappolano per terra, tanto per dirne uno) dopo ben 50 minuti abbondanti di lentezza soporifera.
Ciò è dovuto ad un impianto narrativo dove le relazioni tra i vari personaggi mancano di frizzantezza e oltretutto i dialoghi (praticamente nulli), non aiutano la causa.
Curare maggiormente la scrittura per rendere più saporoso il brodo avrebbe evitato una sassata mortale in fondo allo stomaco in quanto a pesantezza, ma ad ogni modo l’elemento che più interessa a noi, quello della trashosità marcia e unta, che ribadiamolo, arriva dopo una cinquantina di minuti abbondante, è comunque piuttosto limitato e stantio.
Ma parliamo della trama, che offre ben poco.
7 amici vanno in vacanza in una casetta sperduta in cima ad una montagna, per poi venire attaccati da un branco di zombie nazisti.
Fine.
Se data l’altra recensione vi sareste aspettati una lista con alcuni dei momenti più succulenti, in modo tale da invogliarvi a vedere il film, questa volta, sempre che siate spettatori scafati senza null’altro da vedere non vi preannunciamo niente, perché i momenti degni di nota sono veramente pochi.
Nel salutarvi vi porgo un quesito:
Se uno zombie vi morde il braccio, per evitare il contagio ve lo amputate, giusto?
Ma se lo zombie in questione vi mordesse il gingillo?
Rifletteteci, almeno fino alla prossima recensione.




Orrendi saluti, Lo Zio Gelli.


A breve una nuova recensione...

venerdì 22 luglio 2011

Alien vs Ninja

Ninja, alieni , splatter... un cocktail strampalato ma comunque d'effetto e di efficace intrattenimento che non si imbatte mai in tediosi momenti da film trash malriuscito.
Il titolo evoca ovvie parvenze di scetticismo dovute appunto ad un'accozzaglia informe di generi che intersecati danno un insieme vuoto. "Alien vs Ninja"... il titolo parla chiaro ed incarna alla perfezione il contenuto della pellicola e il livello di storia.
La trama infatti è scandita da uno sviluppo semplice quanto consequenziale di eventi lineari: due clan di ninja stanno lottando tra di loro quando di repente giungono sulla terra alieni a rompere qualche umano culo.
Il quartetto di protagonisti è la tipica comitiva da Anime giapponese: Il fico-stronzetto appariscente, il saggio, la femme fatale fonte d'ispirazione per innumerevoli onanisti e per finire il paggio-idiota inventore.
Le scene di lotta corpo a corpo sono molto ben curate e ricolme di ottime coreografie.
Gli effetti speciali sono decenti e mai pesanti, superbi rispetto ai film dell'Asylum per intenderci.
Unico difetto è il design degli alieni che pare quello dei draghetti di puzzle bubble.
Le allusioni sessuali e i doppi sensi abbondano durante il film , basti vedere lo scontro tra la femme fatale e un alieno nel quale viene simulato esplicitamente( involontariamente dai combattenti ma volontariamente dal regista) un rapporto sessuale. Oppure un altro esempio: dopo che  il fico-stronzetto ha estirpato un embrione alieno dalla bocca del ninja saggio, quest'ultimo gli domanda: "Cos'hai fatto per me?" e il fico-stronzetto risponderà maliziosamente con conseguente ridarella:"Odio arrivare dentro la tua gola...".
Grazie al cielo però le tendenze sessuofile non sfociano mai nella perversione sessuale malata tipica di tanti film giapponesi, in cui componente splatter si fonde con le fantasie sessuali più sfrenate dei pervertiti del sol levante(vedi "Tokyo Gore Police", "Machine girl", "Killer pussy: sexual parasite",ecc...).
Interessante quanto squallida la trovata degli embrioni impiantati negli umani: le larve aliene permetteranno al parassitato di far sfoggio di un linguaggio inglese articolato ed elevato ("Motherfucker!","Son of bitch" e una mitragliata di "Fuck you").
Consigliato.



A breve una nuova recensione...

lunedì 18 luglio 2011

Zombie 5: Killing Birds

Un film di Claudio Lattanzi (e Joe D'amato)
Pre Scriptum: Messaggio al regista
LEI NON PUÒ FARE UN FILM COSÌ, PORCA PUTTANA! QUESTA È PUBBLICITÀ INGANNEVOLE!

Ora... immaginatevi di aver mangiato una sfagiolata corposa affiancata dal più grasso lampredotto e di aver bevuto lardo perchè l'acqua al fastfood era finita... vi trovate le vie dell'apparato escretore intasate dopo una lunga e dolorosissima digestione... proprio in quel momento davanti a un sebach, unico bagno disponibile, si para una fila di persone che tende ad infinito.. l'attesa si fa fortissima e voi non resistete... ecco, questo è il tipo di agonia regalato da "Zombie 5: killing birds"(non vi azzardate a guardarlo).

Innanzitutto vanno dette tre parole sulla regia: WHAT THE FUCK???
Mi sono dovuto leggere la trama su internet per capire ciò che il film e le sue disastrose riprese volevano rappresentare.

ESEMPIO: PRIMA SCENA

CIÒ CHE SI VEDE: un militare fa ingresso in una casa dove trova due amanti stesi sul letto oramai in fase REM. Così, silenziosamente, sgozza il maschio senza che l'amata se ne accorga e in seguito fa fuori anche quest'ultima. Nel frattempo giungono alle soglie della casa un vegliardo e una vecchia signora che porta in braccio un pargolo. Il militare si reca celermente ad eliminare gli ultimi arrivati, lasciando però in vita il marmocchio... naturalmente durante il film non viene approfondito niente su questo nè tantomeno esplicato...
CIÒ CHE SI DOVREBBE CAPIRE: un militare, di ritorno dalla guerra nel Vietnam trova sua moglie a letto con un amante e decide di sterminare entrambi per poi uccidere anche i genitori della moglie fedifraga che sono appena arrivati portando in braccio il figlio del soldato...

MA CHE CAZZ...??? DA DOVE MINCHIA SI CAPIVA?
E POI PERCHÈ LA CASA HA UNA VERANDA PIENA DI PENNUTI INGABBIATI?

Subitamente a ciò che avete letto, un'aquila caverà gli occhi al soldato pluriomicida (anche voi pregherete per avere lo stesso trattamento durante la visione del film), che troveremo di colpo davanti a un ospedale(come c'è arrivato se aveva perso la vista?) in compagnia del pargoletto a cui aveva risparmiato la vita...
Da qui in poi lo stile di Z5 converge verso un misero "DON MATTEO STYLE", con personaggi privi di qualsiasi caratterizzazione e dialoghi semplici pieni di buoni propositi accompagnati da un'improbabile colonna sonora che non è altri che il riflesso del film.
Va be', direte, almeno il resto del film è ricco di scene splatter-gore farcite da macabri zombie... COL CAZZO! Gli zombie vengono fuori dopo circa 50 minuti di film(dalla durata complessiva di 1:30 di agonia) e il loro numero sfiora quello di un trio.
Se poi considerate quanto tempo i non-morti verranno mostrati, ovvero 3 minuti in totale(provate a fare il conteggio, anzi no, dovreste visionare la pellicola e non vorrei avervi sulla coscienza), converrete con me che un'epocale incazzatura è un assioma assoluto nonchè intrinseco di "Zombie 5".
Accantoniamo questo aspetto, passiamoci sopra... il sottotitolo del film recita "Killing Birds"("Gli uccelli assassini")... ci saranno pennuti killer allora............... poveri ottimisti... Non si accenna mai a uccelli assassini in tutto il film se non nella scena in cui l'aquila cava gli occhi al militare...
Avete ancora intenzione di vedere questa pellicola?
Mai visto niente di simile... neanche nel medioevo gli strumenti di tortura raggiungevano un così alto livello di perversione e cattiveria.
Non si meriterebbe neanche una recensione, questo film deve rimanere relegato nell'abisso cinematografico, nelle più profonde viscere del dimenticatoio.
Il massimo dell'autopunizione.

(Non ci sono immagini perchè ovviamente non c'è niente da vedere)

ATTENZIONE!
BOLLINO SPECIALE 










A breve una nuova recensione...

giovedì 14 luglio 2011

Dreamland (la terra dei sogni)



Dreamland, il nuovo Alex l'ariete?
Ebbene sì, esiste un degno successore della perla trash targata Damiano Damiani. Uscito fresco fresco dalle sale cinematografiche dopo un incasso miserrimo(1700 euro circa al botteghino).
Questa volta a cimentarsi con cotanta bruttezza è Sebastiano Sandro Ravagnani, con la sua opera prima dopo tanti anni di pessima televisione (e si vede!).
Ma passiamo alla "trama" tra virgolette, perchè questa pellicola ci mette di fronte ad un'esile storiella di formazione/redenzione di un teppistello di quart'ordine sullo sfondo di un'America anni 50(???). Analizziamola minuziosamente...
Il protagonista, Giacomo/James, emigra in America da piccolissimo lasciato dai genitori per motivi sconosciuti in mano ad un tutore (interpretato magistralmente dal grande Tony Sperandeo caricatura di sè stesso).
Dopo la morte di quest'ultimo (probabilmente per tosse), Giacomo/James eredita la carrozzeria dove ha sempre lavorato, Ma non si sa per quale motivo, invece di continuare il lavoro di meccanico, si dedica alla redditizia attività del pizzettaro vandalo (che gli frutterà una bella manciata di banconote da un dollaro), fino a che, fra un'epica partita a biliardo e un'altra, altri teppisti lo picchieranno per aver appoggiato sboronamente la mano sulla spalla di una ragazza.
Il nostro, in condizioni pietose viene soccorso da Frank (un imbolsitissimo e quanto mai ridicolo Franco Columbu), il proprietario di una falegnameria precedentemente nelle mire della famigerata banda di pizzettari.
Così, di punto in bianco, Giacomo/James si ritroverà a far parte della famiglia di Frank, costituita niente popò di meno che da 2 attricette allo sbaraglio degne di una soap opera di quinta categoria, diventando un "buono"; decide quindi di lavorare con Frank e abbandonare la sua vecchia vita.
Tutto ciò nella prima ora di film.
Nella seconda parte del film, nel giro di 3 minuti siamo sconvolti da ben 2 eccezionali avvenimenti: l'inutile quanto forzato fidanzamento del protagonista con la figliastra di Frank e l'incendio della falegnameria di quest'ultimo.
Quindi Giacomo/James si appresterà a dare una bella lezione ai responsabili dell'incendio e grazie a qualche cazzotto male inquadrato dall'MDP riuscirà nello sgominare la banda di ispanici(????) convertendo contemporaneamente la sua vecchia gang che fino a poco prima lo aveva ripudiato.
Da questo momento in poi, il film assume connotazioni vagamente sportive, scopriamo infatti che Giacomo/James ha sempre coltivato il sogno di diventare un pugile professionista; non vedremo mai un incontro del nostro beniamino, bensì decine di minuti di riprese pseudo amatoriali di allenamenti in palestra misti a un vecchio filmato di repertorio di Franco Columbu ex culturista che si allena con Arnold Schwarzenegger.
Il finale ci mostra gli ispanici (???????) che lavorano in una palestra di Boxe insieme alla vecchia gang del protagonista, che contemporaneamente lavora anche alla falegnameria di Frank che è stata ricostruita sempre da loro.
L'ultima scena ci mostra Giacomo/James vestito da pugile che si guarda intorno al rallenty su uno sfondo nero intercalato da immagini già viste durante il film che dovrebbero costituire un flashback.
Ultima chicca: se aspettate dopo i titoli di coda, vedrete un filmato addizionale( dietro le quinte) che ci mostra un Franco Columbu al culmine della follia, proporre una sorta di una sorta di matrimonio all'attrice che doveva essere sua moglie mentre metà del cast lo deride e l'altra metà lo guarda imbarazzato.
Il tutto è condito da un anello e una sorta di contratto di acquisizione della casa e l'attrice che lo guarda disgustata/impetosita esclamando "questo è pazzo!" oppure "guarda che ci sposiamo solo nel film! non ti sposo per davvero!".
Una scena messa solo ed esclusivamente per deridere pubblicamente il povero Franco.
Se avete ancora dubbi che questo film non sia imperdibile, eccovi una lista delle cose che lo rendono un capolavoro:
- Titoli testa imbarazzanti manco assistessimo alla promozione di una televendita su una tv privata.
- L'ambientazione dovrebbe essere relativa agli anni '50. Di questi ultimi nemmeno l'ombra. Se escludiamo qualche accenno a Little Italy, i costumi sembrano pescati diretamente dal guardaroba degli attori, per non parlare delle automobili moderne che passano sullo sfondo.
- Il protagonista riferisce a Frank che ha visto il fantasma della sua defunta moglie descrivendone l'abito macchiato di sangue, che prontamente Frank tira fuori dall'armadio ANCORA SPORCO DI SANGUE!!!
- Inquadrature fuori fuoco o con personaggi tagliati a metà.
- Gli ispanici sono interpretati da italiani con vago accento milanese, appellati però ripetutamente "maledetti ispanici".
- Sembra che la pellicola si voglia dimostrare in un certo senso educativa dato che anche le più banali e plausibili parolacce vengono sostuite da termini come "sacco di immondizia" o "maledetto".
E molte, molte altre ancora che non vi dirò per non rovinarvi la visione di questo capolavoro trash.



(Lo Zio Gelli)


A breve una nuova recensione...

domenica 10 luglio 2011

BATMAN(1966)

Un film di Leslie H. Martinson

Benvenuti bat-lettori a questa nuova bat-recensione del bat-cazzo... Scusate il pessimo inizio, mi sto soltanto conformando allo stile generale della pellicola...
"Batman" è il primo film sui supereoi della storia(della serie iniziamo bene...) ed è del 1966, indi per cui è d'uopo perdonargli la tendenza alquanto retrò dei costumi apprezzata indiscutibilmente dai nostalgici degli anni '60.
Il film riesce ad essere più fumetto del fumetto stesso. Tavolta è cariturale a livelli così smisurati da rendere "Batman"(1966) una rabbiosa martellata applicata sullo scroto sopra un'incudine di ferro usufruendo del mitologico Mjöllnir(martello di Thor).
Infatti se per la prima mezzora il film è quasi spassoso e ben diluito in un' aura di bizzarro/grottesco, nei restanti 60 minuti resta difficile digerire una portata così magnanima di stupidità.
Tutto ciò è dovuto agli svariati escatomage ideati da quello scaltraccio di Batman e il suo noto compare Robin per risolvere ogni perigliosa situazione:
-Spray antisqualo (va bene)
-Invertitore di polarità a super-energia (ci può stare)
-Atterraggio col Bat-cottero danneggiato ad una fiera di gommapiuma (e passiamo pure questa)
-Bat-spray per addormentare (ok)
-Bat-spray per risvegliare (ora cominciamo ad esagerare)
-Scontro corpo a corpo con un gatto nero in braccio (deleterio...)
-Filtro meccanico per la ridratazione spontanea dei leader mondiali tramutati in un cumulo di sabbia dal super cannone dei bat-nemici che disidrata i bersagli rendendoli renella da giardino zen... (ORA BASTA!).
La scena della bomba palla rimarrà nell'ephos del trash: Batman si aggira per il porto alfine di gettare in mare l' ordigno esplosivo che tiene tra le mani, ma si imbatte continuamente in poveri innocenti arrivando ad esclamare argutamente "Certi giorni non riesci a liberarti di una bomba!".
Altro elemento insopportabile è l'esasperato utilizzo che viene fatto del suffisso "bat": la Bat-mobile, il Bat-scafo, il Bat-cottero, il Bat-sidecar, il Bat-segnale, il Bat-spray, la Bat-scala, la Bat-caverna, la Bat-cintura, la Bat-tuta, ecc...
Degno di nota è l'uso fattone nel menu del DVD, infatti tra le possibili opzioni spiccano le "Bat-scene" e udite udite addirittura le "Bat-lingue"! Ma porca... avete rotto i Bat-coglioni!
Anche il linguaggio ha dei rimandi evidenti ad espressioni arretrate quanto idiote da fumetti degli anni '30. Parole come "masnadiero" o espressioni del tipo "Ehilà prestigioso!"sono di uso frequente nel film, ma ancora più frequenti sono le apocalittiche esclamazioni di Robin: "Santa Ossessione!","Santo mago Merlino!","Santa maratona!","Santa befana!", "Santo cuore infranto!", "Santo cocktail!","Santo a momenti!"...
La trama sembra veramente il frutto di due menti infantili disturbate che improvvisano una storia avventurosa giocando con action-figure di Batman e Robin... roba da chiodi. Inoltre, come si fa a concentrare quattro dei principali nemici di Batman(ossia il Pinguino, L'enigmista, Joker COI BAFFI e Cat-woman) in un film solo?
Altri interrogativi sgorganti:
Perchè Bruce Wayne viene pronunciato Brìus(accento sulla "i") uein?
Perchè il Joker qui usa appellarsi"Jolly"?
Sul finale non dico niente, non perchè non voglia rischiare di rivelarvi qualche spoiler, ma perchè non voglio far fluire nella mia povera mente ricordi del suddetto...
Tirando le somme il film nonostante tutto rimane pur sempre una perla del genere "TRASH" ma l'idiozia bimbesca di "Batman" del 1966 grava pesantemente sulla pazienza dello spettatore. Da vedere sotto tranquillanti.





A breve una nuova recensione...