lunedì 29 agosto 2011

Maniac cop: poliziotto sadico

Un film di Larry Cohen


Un poliziotto non-morto che torna dall'aldilà per mietere vittime a random? Capirete che già dai pronostici il film ha ben poco da dire.
La trama straborda di una semplicità analoga alle frasi di protocollo che vengono insegnate ai marmocchi nelle scuole elementari ("ciao, come va?" "Tutto bene, e lei?").
Il film non ha niente di così bello(ovviamente) e niente di così brutto da poter essere segnalato. Non ci sono nè picchi di stupidità nè scene efficacemente grottesche.
L'enorme e non trascurabile difetto sta sicuramente nel ritmo: "Maniac cop" pare infatti una versione rivisitata in rallenty di un normale horror slasher("Halloween", "Nightmare on elm street", "Friday the 13th"). Atmosfere cupe e confusionarie malscandiscono scene horror(si fa per dire) tendendo quasi alla censura(come un video pixelato).
La tensione e la suspence sono comparabili a quelle di una puntata di Beautiful o di una qualsiasi cloaca televisiva. Manca un approccio horrorifico che sia in grado di spaventare anche leggermente o di evocare nell'inconscio dello spettatore una parvenza di brivido: un orango di due metri vestito da poliziotto con un make-up così orripilante non lo si vede neanche alle feste di addio al celibato più blande.
La pellicola si avvale però di una presenza nota e alquanto gradita nel genere horror-demenziale... il famigerato Bruce Campbell, all'epoca reduce da due pietre miliari intramontabili( "La casa" e "la casa 2"), nei panni dell'eroe protagonista... rivogliamo Ash...
Questo non serve a salvare un film che arranca già nell'introduzione floscia e poco interessante. Sono completamente assenti scene splatter(il sangue si conta col contagocce), forse unico elemento che avrebbe potuto risollevare questa marcia macedonia dalla trama pressochè inesistente.



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lunedì 22 agosto 2011

Jesus Christ vampire hunter

Un film di Lee Demarbre


Qualcuno dovrebbe punire il regista di questa pellicola, non per la sua blasfemia strampalata(che rende Gesù più credibile che nei Vangeli), ma per il malsfruttamento di un'idea strepitosa che poteva portare alla plasmazione del più grande capolavoro di tutti i tempi.
La trama del film è il titolo stesso, c'è poco da aggiungere se non una trovata davvero interessante: i vampiri riescono a sopravvivere al giorno indossando pelli ottenute dallo scuoiamento di pulzelle avvezze ad amori saffici(si, sto parlando di lesbiche).
Divini i metodi di combattimento del buon nazareno Gesù che in una taverna malfamata fa strage di vampiri nei modi più imprevedibili. Basti pensare che per far fuori due succhiasangue usufruisce di un boccale di birra, prima benedicendolo ottenendo birra santa per poi berla e sputtazzare gli amici vampiri che vanno inesorabilmente a liquefarsi. Ottimo anche lo stacchetto con la croce in stile batman inserito tra una scena e l'altra. Fin qui niente da obiettare.
Il difetto principale del film è il taglio fin troppo amatoriale sia dal punto di vista registico che del doppiaggio. Le riprese sono talvolta un pout pourri di inquadrature dilettantistiche che alternano momenti di stasi totale o di non-sense fottuto(vedi la scena in città stile musical) a scene di scazzotate in apparenza dinamiche ma spropositatamente lente a causa del contenuto eccessivo di demenzialità.
I "Bom", "Tump", "Sbem" alla Bud Spencer che fanno da sfondo alle numerose scene di lotta sono inseriti alfine di ridicolizzarne i contenuti trasmutando il pathos in frivole risa, ma rischiano d'essere di un'esagerazione mastodontica sia per l'utilizzo poco parsimonioso che ne viene fatto(alcuni scontri sembrano infiniti per la loro durata) sia per il modo in cui vengono applicati al doppiaggio.
La pellicola aveva tutte le carte in regola per entrare nel Parnaso dei B-movie/trash, ma si impantana in una resa piuttosto modesta che può far presa soltanto sui cultori del genere.
Un capolavoro mancato.



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domenica 14 agosto 2011

Atom: il mostro della galassia

 Un film di Ishiro Honda


Cosa succede quando degli esseri unicellulari, in apparenza sborra spaziale, provenienti dallo spazio più profondo vengono a contatto con creature terrestri?
"Atom: il mostro della galassia" è il tipico monster-movie giapponese vecchia scuola che tende a equalizzare ogni tassello della storia:
trama= zero, caratterizzazione dei personaggi= zero, computer grafica= come se fosse zero.
Bisona pur sempre tener conto che ci troviamo nel bel mezzo degli anni '70, dunque è impossibile aver pretese pachidermiche sul livello degli effetti speciali.
La sborra spaziale ha però un potere devastante: trasformare tutto ciò che trova in un mostro gigantesco dalla potenza titanica. Questo accade con un calamaro, un granchio e infine una salamandra/tartaruga. Fin qui niente di strano... o quasi. E quando la sborra spaziale incontra un semplice essere umano? Beh, in tal caso nasce il mostro più temibile nella storia dei monster-movie che io abbia mai visto: un uomo di normale statura con l'ombretto. MA COME? PERCHÈ LA SBORRA SPAZIALE MUTA LE ALTRE CREATURE IN MOSTRI GIGANTESCHI E "SPAVENTOSI" E UN OMUNCOLO IN UN UOMO CON L'OMBRETTO ALTO UN METRO E UNA BUCA? Una vagonata di delusione vi travolgerà inesorabilmente additandovi come colpevoli della meschina visione("l'avete voluto vedere voi, cazzi vostri").
Atom(la sborra spaziale) ha però un punto debole... gli ultrasuoni dei pipistrelli. Il suo obiettivo primario è quindi sterminare gli stormi di pipistrelli che dimorano l'isola sulla quale Atom imperversa.
Le reazioni dei vari personaggi trascendono qualsiasi grado di plausibilità: uno dei personaggi si impaurirà ogniqualvolta gli verrà puntata la luce sul volto, un altro verrà letteralmente terrorizzato da due schizzi d'acqua per poi fuggire celermente in una capanna da villaggio turistico dove  prontamente il gargantuesco calamaro lo attende.
Oltretutto non si capisce per quale motivo gli indigeni dell'isola, che vivono in maniera piuttosto primitiva, siano in possesso di : tonnellate di taniche di benzina, fucili della seconda guerra mondiale, mitragliatori e altre armi d'ogni sorta. Spiegazione possibile: i membri dell'A-team sono gli animatori del villaggio turistico.
Degno di nota tra i personaggi (anche se di medesima importanza rispetto agli altri, ovvero ininfluente ai fini della trama) è la versione giapponese di Gandalf il grigio, forse l'unica nota positiva.

ATTENZIONE!
BOLLINO SPECIALE 










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mercoledì 10 agosto 2011

Ubaldo Terzani Horror Show

Un film di Gabriele Albanesi

Tempo fa, visionando il dvd dell'ultimo lavoro romeriano "survival of the dead" mi sono imbattuto casualmente nel trailer del suddetto film che a primo impatto ha destato in me e in chi era presente una certa ilarità involontaria. Questo ci ha fatto presupporre che la pellicola in questione non fosse altri che una sottospecie di fake-trailer da affiancare a trailer demenziali quali quelli Macciocapatondiani.
Nel trailer infatti sono vari gli elementi che fanno dubitare riguardo la serietà del film: dai titoli che si alternano al fine di elevare il livello di suspence riuscendo solo nello smerdarlo("a carismatic writer of horror best sellers" è a dir poco ridicolo), ai titoli dei libri di Ubaldo Terzani che vengono velocemente mostrati durante la breve sequenza( "La notte in cui Marta sognò la propria morte", "L'urlo del centauro", "Danzando sulla lama di un rasoio", "Il bosco ha mille occhi"e "Quanto ti amavo, mamma". Neanche "il battello a vapore" si sarebbe proposto di stampare titoli simili...).
Il film avrebbe dovuto titolare "nelle fauci di Ubaldo Terzani", ma grazie al cielo o qualche presunta divinità la casa di distribuzione ha optato per "Ubaldo Terzani horror show".
Visionando questa italica pellicola le aspettative che il trailer aveva plasmato nella mia mente sono state massacrate.
Il film infatti è scorrevole e fluente, presentando scene mai fini a sè stesse e ben congegnate da una regia competente e responsabile.
D'altissima qualità sono anche gli effetti gore/splatter realizzati dallo stimabile Demiurgo dell'horror Sergio Stivaletti.
Pollice verso per la performance di Laura Gigante che grava pesantamente sulla qualità del film sfoggiando talvolta una recitazione alquanto amatoriale da cortometraggio
di quarta superiore.
Tutt'altra considerazione va fatta per Paolo Sassanelli(alias Ubaldo Terzani) che veste il ruolo in maniera egregia senza scadere mai nel ridicolo assoluto( nella resa di un film horror il confine tra paura e ridicolo è assai labile). Nel film sono presenti dei vaghi rimandi all'opera carpenteriana "Il seme della follia"("in the mouth of madness").
Intrigante quanto esplicita è la critica velenosa rivolta ai produttori e ai registi italiani moderni, aspetto che rende "Ubaldo Terzani horror show" quasi autobiografico.
Di fatti il protagonista della storia è un regista di film horror in cerca di produzione, che viene prontamente affidato allo scrittore di successo Ubaldo Terzani per sfornare una sceneggiatura degna di un debutto sul grande schermo.
Per gran parte del film, o meglio verso il finale aleggia una certa ironia sottile attorno ai due protagonisti(il regista e Ubaldo)  scandita da elementi quasi impercettibili che solo gli osservatori più attenti potranno captare...
Per chi ama l'horror imperdibile.




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sabato 6 agosto 2011

Creature dagli abissi

Un film di Al Passeri(celebre artigiano della merda)

"Creature dagli abissi"... prima di visionarlo prenotate una seduta dallo psicologo per assicurarvi di possedere nervi idonei alla visione...
Sunto della trama: un gruppetto di amici a bordo di un canotto di gomma si imbatte accidentalmente in uno yacht abbandonato(apparentemente) e decide di sostarvi una notte. Durante il pernottamento lo sventurato gruppo dovrà fare i conti con pesci mutanti fluttuanti che hanno il potere di insinuarsi nell'organismo umano controllandone le funzioni cerebrali(ignoto il criterio con cui accade tutto ciò).
L'inizio seppur semplice nel contenuto è piuttosto disordinato e caotico, e ancora mi domando(inutilmente) perchè alternare la scena dell'abbordaggio dello yacht a scene sconclusionate in cui si intravede per qualche frazione di secondo una rana pescatrice che slinguazza lo schermo... Il quarto mistero di Fatima...
Lo yacht è in teoria uno yacht di lusso, dotato dunque di tutti i comfort richiesti da dei ricchi borghesacci: ornamenti costosi, stanze da letto confortevoli, sistemi di sicurezza,ecc...
La cosa strana è che lo yacht di questa vomitevole pellicola oltre a possedere tutte le caratteristiche suddette, include un gigantesco laboratorio per esperimenti biologici... Eeeee questi scienziati d'oggi non si fanno mancare proprio niente... ma non è finita qui: nel laboratorio turbo-tecnologico è incluso una sottospecie di museo di crani umani ed altre ossa delle quali il protagonista in modalità homo erectus farà uso per eliminare un pesce mutante fluttuante(si muove nell'aria come se si trovasse in acqua, fate vobis).
Tra mammelle in mostra e dialoghi grotteschi prendono forma reazioni umane improponibili:
- Dopo aver scoperto la presenza dei riluttanti esseri a bordo, nel pieno caos, la consorte del protagonista improvvisa una richiesta di matrimonio...
- Durante l'esplorazione interna dello yacht viene ritrovato uno scienziato privo di sensi che viene messo da parte e lasciato a sè stesso, senza che nessuno vigili su quest'ultimo.
- Sull'imbarcazione succedono i fatti più strambi(per esempio l'uomo che si muta in rana pescatrice gigante coi tentacoli durante una copulazione) e nonostante tutto ogni tre per due i nostri malcapitati si mettono a dormire tranquillamente come se niente fosse...
La recitazione è lo sfintere del bizzarro, raggiungendo talvolta picchi di ridicolo ineguagliabili. Gli effetti speciali sono refrattari al buon gusto(l'uomo-ranapescatrice-polpo reso in stop motion nella maniera più deleteria, le esplosioni incollate sulla pellicola),
per non parlare poi delle scene inconcludenti ogni quarto d'ora: che senso ha mostrare lo scienziato superstite intento a preparare una siringa letale per il mostro(con tanto di inquadratura sul particolare) se per tutto il film non verrà mai usata?
La pellicola regala anche qualche chicca per gli adepti del trash, come la ragazza che partorisce caviale o il bagno automatizzato dello yacht con tanto di voce femminile pronta a fornire saggi consigli("Spiacente la carta è finita, ora usate le dita, ora usate le dita...").
La "suspence" prende piede molto lentamente lasciando svestiti i primi cinquanta minuti di film che lo fanno sembrare un trash all'italiana old-school.
Regia non pervenuta.
I fratelli Lumière(padri del cinema) hanno rilasciato una dichiarazione dall'aldilà: "Cristo, che cosa abbiamo fatto..."


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martedì 2 agosto 2011

Horror puppet (Tourist trap)

 Un film di David Schmoeller(come scritto nella locandina)

Geniale, strepitoso, spettacolare... non sto parlando di questo film...
"Horror puppet" è una macedonia di horror fusi contemporaneamente in una stomachevole pellicola.
Ritroviamo infatti elementi che vanno da "non aprite quella porta" a "puppet master" per poi finire con "nascosto nel buio".
Il titolo originale del film è "Tourist trap" e già dai primi due minuti lo svolgimento con finale annesso è intuibile... Gli interrogativi verranno dopo, non vi preoccupate...
Un gruppo di turisti(tra i quali spicca anche la ex "Charlie's angel" Tanya Roberts) rimane inspiegabilmente impantanato in un rustico meandro per poi essere soccorso da un bifolco alias Mr. Crocodile Dundee.
Quest'ultimo offrirà ospitalità allo sfortunato gruppetto nella sua casa immersa nel nulla più totale(che novità). Nella dimora, oltre ad un museo dell'antiquariato, troviamo un assassino maniaco che maschera il proprio viso con facce di manichini...
La cosa strana è che il serial-killer appare SSE(se e solo se) Mr. Crocodile Dundee è assente. Condizione sufficiente e necessaria.
Chi sarà mai allora questo spietato serial-killer? Quale ingegnoso dilemma! Quale escamotage prestigioso!
Già a metà film la quantità di domande da porre a quel burlone del regista sarà una valangata.
Perchè il serial-killer ha più poteri di tutti gli X-men messi insieme?
Elenchiamoli:
1) Far parlare i burattini con voci diverse non essendo un ventriloquo
2) Telecinesi
3) Trasmutazione della gente in manichino(in maniera piuttosto misteriosa)
4) Invincibilità (resiste a ben due colpi di fucile)

L'ultimo punto viene meno sul finale: un'accettata ben assestata tra spalla e collo uccide il maniaco burattinaio... ma... ma... ma... e i due colpi di fucile?
Le maschere di cui fa sfoggio il serial-killer sono più ripugnanti del film stesso anche se bisogna riconoscergli un piccolo tocco di "macabro". La sfilata delle maschere consiste di ben due maschere: una da ragazzino dalla bionda chioma, ma soprattutto... rullino i tamburi... la maschera di Little Tony!
Il pathos sale alle stelle quando il nostro beneamato assassino tenta di uccidere una ragazza cospargendole la faccia di un impasto granulare, "per soffacarla" direte voi, beh ovviamente no... Ricoprirle il viso di "dash" serve a farla morire di paura facendole esplodere il cuore in una manciata di secondi..."il cuore è matto, matto da legare"... ok, basta con Little Tony...


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