domenica 19 giugno 2011

La casa 3: Ghosthouse

Un film di Umberto Lenzi

Seguito apocrifo della celebre saga demenziale "la casa", tradotta così ingiustamente visto il suo titolo originale "evil dead", "La casa 3: Ghosthouse" è un horror che tende ad oscillare tra l'horror bucolico e l'horror abitativo.
Partiamo dalla trama che come molte altre del periodo(1988) propone sempre la solita insulsa tiritera del solito gruppo di giovincelli alle prese con la solita mansione zeppa delle solite presenze maligne. Fin qua niente di propositivo o almeno si fa molta fatica trarne qualcosa di originale che si protenda verso l'inconscio dello spettatore alfine di impressionarlo.
Il ritmo lento è scandito da scene in cui i cinque ragazzi si separano in continuazione insensatamente, l'intero film basa le sue fondamenta su questo escamotage! A questo punto capirete che l'incazzatura è obbligatoria.
Da notare anche la bruttezza di alcuna attori: dalla versione liceale di Ughina(vedi Fantozzi) a un Jon Bon Jovi da Carnevale di Viareggio. Solo una cosa può battere la loro estrema bruttezza... il film stesso.
L'inserzione inutile del ragazzo di colore nello svolgimento della vicenda rende ancora più enigmatico il film che pare arenarsi in incomprensioni invalicabili ed elevata turpitudine.
Un doppiaggio indicibile con un rispetto del labiale degno dei Muppet non fa altro che peggiorare una pellicola che parte male già in partenza...
Quando poi si giunge verso il finale, la trama comincia lentamente ad incepparsi, diviene cioè un ingranaggio che gira perennemente a vuoto senza che i vari accadimenti servano effettivamente a far ottenere dei risvolti alla storia o a far emergere le cause arcane che hanno portato alla consueta carneficina.
Se consideriamo poi il fatto che la storia è incentrata su una catapecchia diroccata farcita di fantasmi, COSA CAZZO C'ENTRA IL VECCHIO CONTADINO PSICOLABILE CHE DÀ LA CACCIA AI CINQUE RAGAZZI?
A un certo punto la ragazza protagonista (Martha) si ritrova il rustico energumeno alle calcagne proprio all'interno di un abnorme cimitero.
Cosa fareste voi al posto della pulzella?
Se la vostra risposta è "Chiudersi in una cripta abbandonata a due metri dall'aggressore" allora vuol dire che vi trovate in sintonia con lo sceneggiatore.
Il bifolco psicolabile non riuscendo ad entrare nella cripta (che ha una porta solida come la squacquera) si impiccherà ad un tronco dopo cinque minuti d'orologio...PERCHÈ!?!?!??!?!?!?! Interrogativi soffocati dal silenzio della trama...
Ridicola la scena in cui Ughina liceale viene segata in due da una ghigliottina improvvisata: per far capire allo spettatore (ahi lui) che la ragazza è stata divisa in due parti viene prima inquadrata la parte superiore del busto e poi la parte inferiore celando ovviamente l'inquadratura sulla parte centrale ove il taglio netto è stato applicato.
Sarà tutto da buttare? No, qualcosa del film lo si salva più che volentieri: la scena in cui un ventilatore prende a girare di moto proprio per poi far partire un'ala dell'elica che va a recidere la giugulare di uno sfortunato fa emergere un lato horror che ha quasi dei rimandi agli slasher, apprezzati dagli amanti dello splatter...
Che coincidenza, se dovessi assegnargli un voto da uno a dieci sicuramente il tre nel titolo mi farebbe comodo...





A breve una nuova recensione...

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