giovedì 23 giugno 2011

Virus: L'inferno dei morti viventi

 
Un film di Bruno Mattei

Ecco come rendere delle buone idee una cloaca massima.
Il film infatti conterrebbe numerosi elementi di denuncia sociale che sono propri degli zombie-movie, ma si perde purtroppo in una regia arruffona che ghigliottina qualsiasi possibilità di comprensione delle critiche celate nella trama.
La storia vede un gruppo di agenti speciali alle prese con un'epidemia di zombie in Nuova Guinea in cui da una centrale per esperimenti si sta sprigionando un gas ammorbante(che naturlamente è la causa del resuscitamento dei morti).
Si passa dalla scena iniziale ambientata in una centrale, a un'ambasciata statunitense, per poi arrivare in Nuova Guinea seguendo la missione segreta di una squadra speciale.
I cambi di scena sono molto repentini rendendo le scene prive di qualsiasi legame. Il montaggio si ripercuote prepotentemente sugli occhi dello spettatore , ma ancora più prepotentemente sulle sue cervella.
È tutto costruito in modo a dir poco confusionario.
La pellicola è inoltre zeppa di baluardi del ridicolo:

Perchè gli agenti della squadra speciale sono vestiti da idraulici?
Perchè quando uno di loro malmena col calcio del fucile un morto vivente gli effetti audio sono quelli degli schiaffi di Bud Spencer?
In una scena uno dei super poliziotti (Zantoro) farà sfoggio della sua eccelsa ars oratoria per attirarsi qualche zombie sul groppone: "Vieni qua, faccia di cacca!".
Anche i dialoghi non sono da meno, basti ascoltare il dialogo tra i quattro "idraulici" mentre sono intenti a salvare l'ambasciatore ostaggio dei terroristi...

AGENTE 1: "Ci mancava questa rottura di coglioni, ma almeno si sa chi sono questi tipi CHE DOBBIAMO SPARARE?" (dice proprio "CHI DOBBIAMO SPARARE")
AGENTE 2: "Sempre i soliti terroristi!"
AGENTE 1: "E possiamo farli fuori tutti?"
AGENTE 3: "Certamente, ma fate attenzione ai coglioni eh?"
AGENTE 4: "Da quando ti preoccupi delle nostre palle papà?"
AGENTE 3: "Lo faccio per egoismo: vi attende una deliziosa vacanza, un viaggetto ai tropici.."(alludendo alla loro missione in Nuova Guinea)

Conclusione del dialogo...

AGENTE 2: "Come sono le donne laggiù?" (in Nuova Guinea)
AGENTE 3: "nude e selvagge..."

C'è addirittura una specie di citazione/omaggio ad (inchinatevi mentre leggete questo titolo) ARANCIA MECCANICA, che però risulta inutile e spropositatamente fine a sè stessa (Stanley, stai calmo, non agitarti troppo in quella bara...).
Gran parte del film si svolge in un villaggio in Nuova Guinea che i quattro agenti e due reporter francesi devono attraversare per giungere alle soglie della centrale incriminata. A cosa serve vedere una popolazione indigena danzare a ritmo di canzonette in stile "Bunga-bunga" lo sa soltanto chi ha plasmato questo scempio.
Tuttavia il trucco degli zombie non è del tutto da buttar via: l'anziano non-morto sul finale è veramente pregno di stile ed efficace(dateci un'occhio).
Anche la scena in cui la reporter francesce viene dilaniata dagli zombie denota una certa cura e un discreto riguardo per gli effetti gore-splatter.
Tutto quello che però ho detto in precedenza fa inabissare anche i pochi meriti di questa sfortunata pellicola.

Alla fine del film anche voi sarete preda del suddetto VIRUS, ma della diarrea (fidatevi lo dico per esperienza personale).

CURIOSITÀ:
Uno degli zombie di Virus, quello che muore sulle scale fucilato da Franco Garofalo e gli altri due, un poco cicciotello con i capelli lunghi castani chiari è Massimo Liofredi, ex-direttore di Rai 2. Ha fatto carriera: da zombie a direttore di una tv per zombie...



A breve una nuova recensione...

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